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Fireman – Electric Arguments

Eccoli di nuovo in giro i The Fireman, i “pompieri della dance”. Un progetto, il loro, che si trascina una lunghissima coda dato che i protagonisti, Paul McCartney e Youth (psuedonimo di Martin Glover, già produttore di Verve, Guns N’ Roses, Primal Scream nonchè ex bassista dei Killing Joke), l’avevano fondato ben quindici anni fa col debut album “Strawberry Oceans Ship Forest” del 1993 e poi bissato nel 1998 con “Rushes”. Quelli per i Fireman erano dischi di forte impronta ambient e dance perfettamente in scia con le correnti degli anni ‘80-‘90. Lavori che mostravano un Macca evergreen capace, nonostante il suo passato da Sir del pop, di rimanere al passo coi tempi senza farsi inghiottire dal tunnel dei ricordi di ex Beatles. Dischi che modellavano campionamenti, mostravano interesse per la “giovane” techno e che, ai tempi, la rivista inglese Melody Maker definì “sbalorditivi” e “miracolosi”. Precisamente sono queste le parole con le quali il giornalista del Melody, Michael Bonner, definiva l’album del ‘93: “[I Fireman] prendono una melodia e, con un abile genere immaginario attraverso l’ambient, il trance e l’house sviluppano uno svariato numero di variazioni mozzafiato. Come fiocchi di neve, ogni canzone sembra identica all’ultima fino quando, un attento sguardo, rivela che in realtà ognuna possiede una sua forma autentica”. Ecco, dopo dieci anni dall’ultima apparizione, i “pompieri” tornano a far sentire i loro segni. Il nuovo Electric Arguments, uscito in questo fine 2008 è un album vivo, con (stavolta) l’inconfondibile voce di Paul presente su tutte le tredici tracce. Un disco, però, molto meno avanguardia dei precedenti, dove le aperture ambient e i ritmi ossessivi dell’elettronica sono rilegati solo nell’ultima fetta di album, vale a dire dagli eco di Lifelong Passion all’arcano martellante di Don’t stop running passando per il pianoforte di Universal here, everlasting no. Tutto il resto va a formare un disco “normale” di Macca: rock passionali (Nothing too much just out of sight), ballate emotive (Two magpies), qualche inno “di mezza età” (Sing the changes), grandi prove di canto grintoso e mai fiacco (Sun is shining). Un lavoro rifinito che non scade mai, anche se non convince a pieno. E allora giocando un po’ col nome di questo side project, potremmo dire che McCartney sia stato, con “Electric Arguments”, un po’ il pompiere di sé stesso, spegnendo i fuochi dello sperimentalismo, annaffiando ogni fiamma di avanguardia, placando le scintille della sperimentazione che avevano caratterizzato il suo lavoro con Youth. Praticamente facendosi specchio dei suoi sessantasei anni. Vabbè, capita.

(2008, One Little Indian)

01 Nothing Too Much Just Out Of Sight
02 Two Magpies
03 Sing The Changes
04 Travelling Light
05 Highway
06 Light From Your Lighthouse
07 Sun Is Shining
08 Dance ’Til We’re High
09 Lifelong Passion
10 Is This Love?
11 Lovers In A Dream
12 Universal Here, Everlasting Now
13 Don’t Stop Running

A cura di Riccardo Marra

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