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Foals – Life Is Yours

Secondo l’armocromia, la teoria che individua i colori “amici” in base alle nostre sfumature cromatiche, esistono quattro macro gruppi che prendono il nome delle quattro stagioni. L’estate e l’inverno detengono il monopolio dei colori freddi mentre, al contrario, primavera e autunno prediligono nuance spiccatamente calde. Se esistesse un’armocromia musicale, pronta a giocare sui suoni piuttosto che con il sottotono della pelle, i Foals sarebbero senza alcun dubbio un inverno. Ne è una chiara conferma Life Is Yours, album più estivo dei Foals e forse per questo il meno riuscito sia dagli esordi del gruppo di Oxford che dal doppio “Everything Not Saved Will Be Lost” del 2019.

Chiaramente, la mancanza di mordente non è attribuibile soltanto all’essersi cimentati con atmosfere da yatch; lo sliding doors tra un ante e un post covid, se per alcuni si è trasformato in opportunità, per i Foals ha significato vedersi sfumare una carriera potenzialmente brillante. Un tour pronto a celebrare l’ottima resa di “Everything Not Saved Will Be Lost” mai partito e l’abbandono del tastierista Edwin Congreave hanno convertito l’entusiasmo in frustrazione. “Life Is Yours”, settimo lavoro del catalogo della band di Oxford, è separato nettamente in due parti: la fetta più grossa si concentra su un funk ruffiano imparentato alla lontana con un album a caso dei Duran Duran. Tuttavia, ciò che manca ai Foals in “Life Is Yours” non sono tanto le fattezze fisiche o sonore dei Duran Duran, bensì la loro colonna portante: Nile Rodgers.

Eccezion fatta per la title track che apre il disco ricalcando timidamente le orme dei Talking Heads, le prime quattro tracce hanno in comune sovratoni ambrati (2am), toni aranciati (Wake Me Up), un sottotono caldo (Looking High) e nel caso di 2001/summer sky la stessa linea melodica. Proprio questa stretta analogia sonora crea un appiattimento di tutta la prima parte in cui è difficile distinguere un pezzo dall’altro, quantomeno ai primi ascolti. Seppur poche, ci sono delle tracce di “Life Is Yours” che si dissociano dai toni bronzei, concentrandosi maggiormente su un gioco di loop elettronici in cui il cantato è ridotto al minimo (Flutter) e i loop esasperati al massimo (The Sound, Wild Green).

Intendiamoci, non è un album brutto esteticamente. Pezzi come Under The Radar o Wake Me Up, per quanto differenti da episodi come “In Degrees”, in cui si ballava sì, ma con stile, confermano una buona manualità dei Foals con le atmosfere energiche e danzerecce. “Life Is Yours” sembra, nel suo complesso, lo sforzo di una band stanca che preferisce azionare il pilota automatico offrendo un album che suona bene, ma che alla fine si rivela dimenticabile.

(2022, Warner)

01 Life Is Yours
02 Wake Me Up
03 2am
04 2001
05 (summer sky)
06 Flutter
07 Looking High
08 Under The Radar
09 Crest Of The Wave
10 The Sound
11 Wild Green

IN BREVE: 2,5/5

Catanese, studi apparentemente molto poco creativi (la Giurisprudenza in realtà dà molto spazio alla fantasia e all'invenzione). Musicopatica per passione, purtroppo non ha ereditato l'eleganza sonora del fratello musicista; in compenso pianifica scelte di vita indossando gli auricolari.

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