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Girl In Red – If I Could Make It Go Quiet

In giro con i suoi brani da quand’era appena diciassettenne, Mari Ulven aka Girl In Red si è abilmente − ma senza malizia, così pare − giovata dell’hype creatosi attorno al suo personaggio per far montare l’attesa per il suo vero e proprio debutto discografico. If I Could Make It Go Quiet arriva adesso che lei non è più un “caso” ma una realtà incredibilmente consolidata, specie all’interno delle varie community queer sparse in rete che l’hanno eletta tra i simboli del loro mondo.

È innegabilmente vero come la dimensione del progetto Girl In Red stia tutta in quel bedroom pop che da un po’ di tempo a questa parte dà sollievo ai teenager di mezzo mondo. Ma non si può non constatare come, dietro la facciata apparentemente poco esibizionista di questo disco, si nascondano ambizioni da pop mainstream piuttosto sostanziose. La nostra non vuole ovviamente essere un’accusa, ma il singolo Serotonin, che non a caso inaugura la tracklist, è un brano wannabe Lorde con coordinate chiare e identificate, una mappa dettagliata che ci indica da dove viene la songwriter norvegese e dove verosimilmente sta andando.

“If I Could Make It Go Quiet” fa tutto nel modo giusto, prende il meglio di ciò che c’è in circolazione nel suo segmento di riferimento e lo fa proprio con buona visione d’insieme: c’è un bel po’ − ma davvero tanto, eh − del fenomeno Billie Eilish (su tutte citiamo Body And Mind, oltre all’apporto del fratello Finneas su Serotonin, lui che è il vero deus ex machina alle spalle di Billie), c’è una Lana Del Rey prima maniera che aleggia un po’ dappertutto (ma soprattutto in Hornylovesickmess), c’è la già citata Lorde a pacchi, ci sono una marea di sfumature dreamy che condiscono dove c’è da insaporire (ad esempio Midnight Love e I’ll Call You Mine) e c’è un’espressività vocale, da parte di Marie Ulven, che non può non risultare empatica ad orecchie giovani.

Forse, ed è questo il peccato che può essere rimproverato al disco e alla sua autrice, c’è stata un tantino di ricerca in più del dovuto della confezione più sgargiante, della carta da regalo più accattivante, a scapito di quell’urgenza che aveva reso Girl In Red un piccolo fenomeno a bassa fedeltà con i singoli pubblicati prima di questo esordio sulla lunga distanza. Ma può starci, perché un album − a maggior ragione quello d’esordio − è una cosa importante e una giovane di ventidue anni ha tutto il diritto di sentirne la pressione e di volerlo agghindare al meglio possibile. Marie Ulven deve lavorarci tanto sul perfezionamento della sua formula, ma le fondamenta su cui costruire ci sono eccome.

(2021, AWAL)

01 Serotonin
02 Did You Come?
03 Body And Mind
04 Hornylovesickmess
05 Midnight Love
06 You Stupid Bitch
07 Rue
08 Apartment 402
09 .
10 I’ll Call You Mine
11 It Would Feel Like This

IN BREVE: 3/5

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