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James Blake – Friends That Break Your Heart

Negli ultimi dieci anni tondi tondi, ovvero da quando nel 2011 usciva con il suo omonimo disco d’esordio, pochissimi altri artisti/musicisti/produttori hanno segnato il nostro tempo come James Blake, non soltanto per la qualità degli album che ha realizzato a proprio nome e per quella dello svariato altro materiale su cui ha messo le mani, ma anche e soprattutto per il modo in cui ha fatto tendenza − espressione magari non del tutto appropriata, ma che rende bene il concetto − tra i suoi contemporanei. L’incastro di post-dubstep, neo soul, r’n’b bianco ed elettronica flebile che è sfociata spesso in un pop unico nel suo genere, ha fatto di Blake un vero e proprio fenomeno con cui tutti hanno dovuto giocoforza fare i conti, specie all’interno del più recente mondo elettronico.

Il contraltare di questa rilevanza è stato per certi versi una standardizzazione degli input dettati da Blake, non tanto tra chi ha provato a stargli dietro (che per l’appunto, trovandosi costantemente indietro ha potuto sempre e soltanto inseguire) ma nello stesso producer inglese, che ha pubblicato dei lavori meravigliosi che però, poco a poco, hanno visto scemare l’effetto sorpresa che lo aveva contraddistinto nella prima fase della sua carriera, quando ogni suo sussurro e ogni suo campionamento sembravano scesi dritti dritti dal cielo. Potremmo anche dire che ci ha abituati male, nel senso di benissimo, ma l’impressione è stata questa in modo particolare con “Assume From” del 2019, un album perfetto che è sembrato fin da subito più un punto d’arrivo che un’ulteriore tappa di passaggio. Sensazione certo non ottimale per un artista come James Blake e per mantenere intatta quella rilevanza di cui sopra.

Friends That Break Your Heart è il suo primo lavoro sulla lunga distanza da quando la pandemia c’ha stravolto l’esistenza, un isolamento che Blake ha trascorso come tutti prevalentemente in casa, intento ai suoi live streaming, alle sue cover e ovviamente alla composizione dei pezzi finiti su questo disco. E che disco è “Friends That Break Your Heart”? Il solito meraviglioso album che ci si aspetta sempre da James Blake, dove “solito” assume qui anche una connotazione di ripetitività oltre che di costanza. Il Blake del 2021 fa ancora sfoggio di doti canore che abbiamo ed ha scoperto solo in divenire, visto che agli inizi la scelta prevalente era quella di immergere le proprie corde vocali in una miriade di effettistica che le alterava non poco (magari anche per una certa fisiologica mancanza di fiducia nelle proprie qualità da parte di un artista che non nasceva certo come un virtuoso del canto): Famous Lost Words, Life Is Not The Same e il singolo − uno dei migliori di Blake in assoluto − Say What You Will sono in questo senso una dimostrazione tutt’altro che di poco conto.

Il piano antico su cui poggia la stupenda Coming Back si trasforma piano piano in qualcosa di più moderno, assecondando la collaborazione con SZA che presta la sua voce da pelle d’oca al gioco di rimbalzi con un Blake sempre lì sullo sfondo, ad accentuare quei caratteri r’n’b di cui il producer non ha mai fatto a meno ma che sono cresciuti eccome col passare degli anni. Frozen e Funeral (non la traccia numero quattro, ma la versione posta in chiusura su Spotify) sono la quota hip hop che Blake va ricercando con sempre più frequenza, nella prima lo aiutano JID e SwaVay mentre nella seconda c’è Slowthai; Foot Forward ha una struttura marcatamente pop che ha persino un qualcosa di coldplayano; l’acustica della title track sottolinea ancora la performance vocale chiara e pulita di Blake. Ci pensa invece il tappeto sintetico di I’m So Blessed You’re Mine a portare un elemento per certi versi nuovo in un disco che per il resto dà “solo” certezze.

Ecco, c’è da sentirsi un po’ cattivelli a lamentarsi − ma in fondo non è così, si tratta unicamente di osservazioni sul percorso netto e senza intoppi di un artista enorme − di un lavoro del genere, perché stiamo pur sempre parlando di livelli pressoché irraggiungibili per la quasi totalità degli altri musicisti, ma è chiaro come James Blake abbia ormai assunto uno stile così chiaro e identificativo (“Friends That Break Your Heart” è forse persino più vicino a “The Colour In Anything” del 2016 che al predecessore del 2019), una capacita assoluta di tessere atmosfere emotivamente intense e avvolgenti, da rendere quasi impossibile anche per lui stesso un qualche “intervento” che possa sconvolgerne la natura. Quindi godiamocelo così, ancora e ancora.

(2021, Republic / Polydor)

01 Famous Last Words
02 Life Is Not The Same
03 Coming Back (feat. SZA)
04 Funeral
05 Frozen (feat. JID & SwaVay)
06 I’m So Blessed You’re Mine
07 Foot Forward
08 Show Me (feat. Monica Martin)
09 Say What You Will
10 Lost Angel Nights
11 Friends That Break Your Heart
12 If I’m Insecure
13 Funeral (feat. Slowthai)

IN BREVE: 4/5

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