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Lamb – 5

Quando i Lamb annunciarono il loro inatteso scioglimento erano reduci da “Between Darkness And Wonder”, un album accolto ingiustamente con pareri tiepidi in cui coniugavano rimaneggiamenti debussyani con perle di dream-pop forse un po’ mieloso, ma pur sempre di estrema classe. La classe, d’altronde, è stata sin dagli esordi una qualità fondamentale nel loro percorso artistico. Inevitabilmente, con la loro momentanea dipartita, il panorama del pop perdeva uno degli esponenti di maggior spicco – non solo per il successo planetario della celeberrima “Gabriel”. È stato quindi un estremo piacere apprendere del ritorno in pista del duo Barlou – Rhodes, il cui sound oggi non fa più alcun clamore ma che ha esercitato una forte influenza sullo scibile electro-pop al femminile dilagato da metà anni Novanta in poi. Nessuna sorpresa stilistica in questo 5 dopo otto anni di silenzio. I suoni disegnano scenari delicati e sofferti, nuvole di malinconia attraversano un cielo iniettato del rosso di uno spoglio tramonto. La voce mesta della Rhodes naviga su dolci brezze di tastiera (Wise Enough) o si lancia in ariosi ritornelli (Build A Fire); Existencial Itch irradia sensualità dalle sue modulazioni gospel, Butterfly Effect è un oscuro e strisciante eco trip-hop (un caso la sua omonimia col singolo dei Massive Attack di “100th Window”?), Last Night In The Sky ha intarsi ancestrali non lontani dai Dead Can Dance, Another Language si riallaccia alle atmosfere dimesse di “Between Darkness And Wonder”, fungendo quasi da congiunzione che riapre il discorso interrotto. I Lamb non fanno acrobazie nel songwriting, non è più tempo di dimostrare nulla a nessuno, e anche negli arrangiamenti le tonalità e le timbriche rimarcano fedelmente l’impronta del duo anglosassone. Si ha quindi l’impressione che gli otto anni trascorsi non abbiano indotto Andy Barlow e Lou Rhodes ad una revisione di un sound che non si discosta da ciò che il progetto ha offerto dal 1996 ad oggi. In realtà, non chiedevamo nulla di diverso da quello che abbiamo sempre ricevuto da loro. Che i Lamb facciano i Lamb, ed è un piacere riaverli tra noi.

Nota: la speciale edizione doppia include un cd di versioni strumentali di alcuni brani del disco, oltre alla versione demo di “Rounds” e una di “Strong The Root” a cappella. Invero, le prime due tracce, le inedite “Dischord” (che rievoca l’amore del duo per la musica classica) e  “Back To Beginning” (in cui la Rhodes duetta con Damien Rice per dare vita ad un autentico gioiello) avrebbero meritato d’essere accolte nell’album ufficiale. Ci permettiamo di dissentire su queste esclusioni (quella di “Back To Beginning” a dir poco clamorosa).

(2011, Strata)

01 Another Language
02 Butterfly Effect
03 Build A Fire
04 Wise Enough
05 Existential Itch
06 Strong The Root
07 Rounds
08 She Walks
09 Last Night In The Sky
10 The Spectacle

A cura di Marco Giarratana

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