[adinserter block="3"]
Home RECENSIONI Langhorne Slim – Be Set Free

Langhorne Slim – Be Set Free

Sean Scolnick non ha scoperto l’acqua calda, non ha inventato nulla e forse non ha neanche mai avuto intenzione di farlo. Non è una critica nei confronti di Langhorne Slim questa, bensì una semplice constatazione, perché in fondo è di folk che si sta parlando e – a meno che tu non sia uno di quegli inarrivabili menestrelli che hanno fatto la storia della musica – tutto ciò che fai e farai sarà sempre qualcosa di rimasticato. Ciò non toglie, però, che si possano ampiamente apprezzare gli album di un ragazzo che ha fatto propria la grande tradizione folk-country americana, con modestia, senza archibugi tesi a mettersi in mostra, ma con la sola e innegabile voglia di raccontare storie e pizzicare corde. Giunto al suo terzo lavoro sulla lunga distanza (anche se già da autoprodotto aveva pubblicato un bel po’ di roba) Langhorne Slim perviene inevitabilmente a quella maturazione che alla soglia dei trent’anni è una necessità umana prima che artistica. Be Set Free riassume, nelle tredici tracce che lo compongono, ciò che Scolnick aveva avuto modo di far conoscere coi suoi album precedenti, ma con uno sguardo rivolto ad ambiti musicali diversi che denotano l’evoluzione stilistica del Langhorne Slim del 2009. Messo da parte il folk-country (che ritorna qui in brani come CinderellaGlad That I’m Coming Home), la sterzata sonora di Langhorne Slim punta dritta a certa musica nera: c’è infatti un po’ di r’n’b e una spruzzata di soul in canzoni come la title-trackFor A Little WhileLeaving My LoveYer WrongBoots Boy. Ma c’è anche un tocco “irish” con Back To The Wild, un gran bell’impianto orchestrale con Say Yes e un divertissement pianistico con Blow Your Mind. Quello che non t’aspetti sono i pezzi cantautorali nel vero senso del termine, la voce flebile e la chitarra appena accennata di I Love You, But GoodbyeLand Of DreamsSunday By The Sea, brani in cui Sean Scolnick smette di fare lo scalmanato da saloon per concentrarsi invece sul pensiero, sui propri pensieri. Ciò che viene fuori dall’ascolto di questo “Be Set Free” è un artista compiuto che sembra aver ancora molto da dire, o che può fungere quantomeno da ottima colonna sonora di un afoso pomeriggio estivo.

(2009, Kemado)

01 Back To The Wild
02 Say Yes
03 I Love You, But Goodbye
04 Land Of Dreams
05 Cinderella
06 Be Set Free
07 For a Little While
08 Sunday by the Sea
09 Leaving My Love
10 Yer Wrong
11 Blown Your Mind
12 So Glad I’m Coming Home
13 Boots Boy

A cura di Emanuele Brunetto

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version