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Leonard Cohen – Old Ideas

Probabilmente Leonard Cohen vede sé stesso esattamente come si descrive in Going Home, poesia (passatemi il termine, non riuscirò a parlare di “pezzi”, né di “canzoni”, non mi sembrerebbe adeguato) che apre questa raccolta, la prima in otto anni, la dodicesima in tutto da quel devastante “Songs Of Leonard Cohen” che vide la luce nel 1967. Si vede come un “lazy bastard living in a suit”, un pigro bastardo che vive dentro un abito; ma quando apre bocca, questo pigro bastardo, il mondo ferma il suo compulsivo, noioso, ripetitivo roteare per ascoltare, chinando spontaneamente il capo indietro e chiudendo lentamente gli occhi. Nuove storie di amore, morte, sesso, fede. Accompagnato da un coro quasi gospel e da arrangiamenti tanto scarni quanto piacevoli, il pigro bastardo incede piacevolmente nel crooning recitativo della sua caldissima voce profonda che mai si azzarda a cantare: del resto l’ha sempre detto che le sue non sono canzoni, ma poesie prestate alla musica. E sarebbe profondamente limitativo chiamare qualcosa come Anyhow “canzone”, (“Abbi pietà di me, piccola / alla fine ho confessato / anche se devi odiarmi / non potresti odiarmi meno?”), ed è impossibile scindere la potenza di queste parole dal concetto di poesia: il flamenco appena accennato dell’intro di Darkness, che si trasforma in un caldo blues quasi lo si dimentica, nonostante la bellezza, ma le dure parole che riserva a sé stesso ed alla sua vita, quelle non si riescono a dimenticare sin dal primo istante nel quale toccano delicatamente i vostri padiglioni auricolari: “Non ho futuro / e so che mi rimangono pochi giorni / non è che il presente sia così piacevole / solo un sacco di roba da fare / pensavo che mi sarebbe bastato il passato / ma l’oscurità è arrivata anche lì”. Scritto in parte in collaborazione con Patrick Leonard (il furbastro al quale si devono, tra le altre cose, alcune hit della Madonna anni ‘80 come “La Isla Bonita” e “Like A Prayer”), i quaranta minuti di Old Ideas valgono bene l’attesa di otto anni; tra blues scarni, gospel e folk, le dieci poesie splendidamente recitate da Cohen necessitano di essere seguite in ogni passaggio, possibilmente con il testo davanti agli occhi. Per una volta, distogliere l’attenzione dalle cianfrusaglie che vi portate appresso e volgerla alla poesia potrebbe essere una “old idea” niente male.

(2012, Columbia)

01 Going Home
02 Amen
03 Show Me The Place
04 Darkness
05 Anyhow
06 Crazy To Love You
07 Come Healing
08 Banjo
09 Lullaby
10 Different Sides

A cura di Nicola Corsaro

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