
Una bulimia di tracce (ben quattordici) che scorrono come piombo fuso, riff serratissimi, pelli violentate e una voce al limite dell’infarto per un ascolto epilettico, un lavoro che incalza istintivamente in una escalation di timbri tecnici ed impervi, regno di vokills, martellamenti e sangue.
A metà strada – appunto – tra un Rollins ringalluzzito, certi Deftones esauriti e sferragliamenti à la Nine Inch Nails, i The Armed sanno il fatto loro, precisi e compatti nella loro guerra d’intenti, percuotono tutto il percuotibile, vedi Forever Scum, Nervewrecker, Blessing e Polarized, dichiarano l’apocalisse al potere in No Risk, amano odiare tutto in Paradise Day e violentano il buonismo in Rage Of Youth. Praticamente a fine corsa ci scappa da dire “mettiamoci in salvo”, ma è tutto inutile, i The Armed giocano al massacro anche se togli la spina allo stereo.
(2015, No Rest Until Ruin)
01 Future Drugs
02 Forever Scum
03 Nervewrecker
04 Rhythm O
05 Enemies Closer
06 Blessings
07 Dead Actress
08 Polarizer
09 Ender
10 No Risk
11 Issachar
12 Paradise Day
13 Rage Of Youth
14 Dead Artist
IN BREVE: 3,5/5