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Xabier Iriondo – “Dopo gli Afterhours l’avanguardia”

Dicembre 2006: Reduce da una esperienza decennale con gli Afterhours, da molti considerati l’attuale miglior band italiana, Xabier Iriondo si racconta in un botta e risposta virtuale con Il Cibicida. I suoi svariati progetti artistici e qualche “nota biografica” sono alcuni degli argomenti oggetto dell’interessante intervista riportata integralmente in questa pagina.

Domanda: L’estrema eterogeneità dei tuoi progetti musicali mostra più facce di te. Ma per cosa vorresti essere ricordato?
Xabier: Per aver creato un tipo particolare di “paesaggio sonoro” attraverso gli ingredienti dei svariati progetti nei quali ho suonato.

Domanda: Sei metà basco e metà milanese. Avverti questo mix di radici? E sei mai andato in Euskadi, magari a vedere che musica si fa lì?
Xabier: Nell’agosto del ’71 (a 6 mesi di età) i miei genitori e mio fratello mi portarono ad Ondarroa, il paesino sull’oceano atlantico, nel cuore di Euskadi, nel quale nacque mio padre. Da allora vivo i Paesi Baschi almeno una volta all’anno ed in tale occasione mi circondo a profusione dell’affetto di parenti, amici e conoscenti… la musica basca mi ha sempre affascinato, sin da prima che suonassi, ricordo delle musicassette di musica basca tradizionale che mio padre ci faceva ascoltare nella Fiat 125 che i miei avevano nel ’74-’75 (musica clandestina comprata alle sagre/ritrovi indipendentisti illegali di quegli anni), e l’amore per il punk-rock radikal basco (Kortatu, Cicatriz, Eskorbuto, La Polla Records, Negu Gorriak, etc.) che mi incendiò a 14 anni ed oltre…

Domanda: Cosa vuol dire sperimentare per Xabier Iriondo?
Xabier: Vivere a-vanti, cercando dei modi giocosi per trasmettere quello che sento.

Domanda: Negli anni hai sempre di più fatto uso della tecnologia come mezzo di esplorazione. Pensi però che questa possa essere colpevole del “raffreddamento della musica”?
Xabier: E’ chiaro e naturale pensare che la tecnologia possa raffreddare tutto… dipende da come ne fai uso e con quali scopi e metodi!

Domanda: Cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto una esperienza decennale come quella degli Afterhours?
Xabier: Mi ha dato soddisfazioni e delusioni… mi ha tolto qualche week-end che avrei potuto passare con i miei affetti.

Domanda: Aiutaci a parlare del progetto Polvere: laboratorio di suoni e silenzi?
Xabier: Per noi, suonare insieme, è come se fosse osservare la polvere spostarsi da un punto all’altro inseguita dal vento, nulla di concreto in effetti, ma che sa comunque catturare… agli inizi ci muovevamo senza strutture ed abbiamo registrato un mini cd, successivamente abbiamo implementato dei modelli strutturali con gli stessi elementi sonori del primo lavoro registrando un cd ed ora stiamo allargando lo spettro dei timbri con delle strutture più primitive per un futuro ep per gli inizi del 2007. In tutto questo percorso Mirko Spino di Wallace Records ha creduto in noi permettendoci di pubblicare la nostra musica nelle forme e con i contenuti che più ci rappresentassero.

Domanda: Come è nata l’esperienza Uncode Duello insieme a Paolo Cantù?
Xabier: Uncode Duello è il punto di arrivo (o di partenza) di 15 anni di vita musicale in comune che io e Paolo Cantù abbiamo costruito e vissuto insieme. UD è partito dalle ceneri di A Short Apnea e si sta trasformando in un catalizzatore di esperienze e persone che ruotano attorno al duello che c’è tra me e Paolo. A gennaio uscirà il nostro nuovo cd (“Ex Aequo”) con contributi di numerosi amici/musicisti e da fine febbraio 2007 inizieremo a fare delle date portando in giro il nuovo e vecchio materiale…

Domanda: Raccontaci del tour giapponese, e delle differenze fondamentali rispetto al pubblico italiano…
Xabier: Per raccontarvi l’esperienza musicale e sociale che abbiamo vissuto in Giappone ci vorrebbero settimane e non mi sembra il caso, piuttosto vi consiglio di recarvi di persona e di godervi un’esperienza davvero unica e particolare. Il pubblico giapponese è più attento e rispettoso di quello occidentale (non solo italiano) e quindi il grado di concentrazione che i musicisti riescono a raggiungere in questo climax è davvero notevole (tanto che tu faccia dei reading, che tu stia suonando in un gruppo rock o sfasciando un impianto con bordate elettroniche di volume e distorsione)… pubblico che ascolta, che è abituato a cercare e a trovare continuamente nuovi input ed emozioni in un panorama musicale molto più grande ed aperto del nostro.

Domanda: Riesci ad essere aggiornato sulle novità discografiche, soprattutto quelle underground? Qualche nome da consigliarci?
Xabier: Sinceramente faccio fatica a seguire quello che si sta muovendo, ricevo molti cd che, impilati uno sull’altro, stanno raggiungendo delle altezze riguardevoli (…sinceramente non ho il tempo per ascoltarli).

Domanda: Quanto l’originalità dei progetti musicali in Italia è inversamente proporzionale all’attenzione dei media?
Xabier: Non so quanto ma sicuramente parecchio, di certo non per colpa della musica ma piuttosto di chi ha deciso di vivere con o di essa… i progetti musicali italiani più interessanti (a livello mediatico) sono sempre stati una eccezione nel minestrone musica/Italia.

Domanda: Domanda di rito: se ti dico Cibicida cosa ti viene in mente?
Xabier: Nomignolo affibbiato al noto delinquente/ladro/omicida che negli anni ’70 (in pieno boom tecnologico e comunicativo) soleva uccidere e derubare camionisti muniti di CB.

* Foto d’archivio

A cura di Emanuele Brunetto e Riccardo Marra

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