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Bugo – Golia & Melchiorre

Il quarto lavoro in studio di Mr. Bugatti è di quelli che non passano inosservati; pochi artisti trovano infatti il coraggio di pubblicare un doppio CD di inediti, una scelta che si può benissimo dire anticommerciale, dati i migliori riscontri di mercato che vi sarebbero stati con due pubblicazioni anziché una sola. Bugo si dimostra ancora una volta un artista con gli attributi, con la voglia di far conoscere la sua musica e la sua arte poetica al di là di qualsiasi regola di mercato. Colpisce anzitutto il prezzo, che è 16.90 euro, una cifra irrisoria per un doppio CD, considerando anche gli ormai canonici 20 euro che si devono sborsare per un disco singolo. Il formato “doppio” risulta ancora più strano come scelta discografica se si attenziona il contenuto dei due CD, così artisticamente lontani fra loro da renderlo ancora più incomprensibile, l’uno innovativo (per Bugo) e perfetta evoluzione di quello che si era visto in “Dal lofai al ci sei”, l’altro chitarra e voce come i primi lavori del Bugatti; necessita dunque una analisi separata dei due lavori.

ARRIVA GOLIA! – E’ questo il titolo del lato A, a primo impatto un disco di difficile ascolto, composto per la quasi totalità da basi elettroniche anni ‘80, basi new-wave e rap, parecchio lontante dall’idea che ci si era fatti di Bugo; i testi sono più demenziali del solito, ricalcano in alcuni punti l’esperienza di “Elio e le storie tese”, ed hanno il loro culmine nelle due rappate Hasta la schiena sempre Devo fare un brec, due canzoni assurde che a mio avviso non hanno alcun senso!!! Come sempre quando ci si ritrova a dover giudicare Bugo, o lo si considera un genio totale, oppure un cretino immane. In ogni caso questi arrangiamenti nuovi nell’arte di Bugo (presenti solo in parte in “Dal lofai al ci sei”, nel brano “Pasta al burro”) non sembrano azzeccati, ma piuttosto creati ad hoc per accontentare una casa discografica a mio avviso non molto propensa a pubblicare solo il secondo lavoro, troppo “vecchio stampo” per essere ritenuto un successo preso singolarmente; ma Bugo dimostra chiaramente che non è questo il suo campo, e lo si vede in difficoltà sia dal punto di vista vocale che testuale, con componimenti che non sono assolutamente nelle sue corde. Da apprezzare comunque il tentativo del Bugatti di riciclarsi in un tipo di musica che secondo me non gli appartiene.

LA GIOIA DI MELCHIORRE – Passando al secondo lato, ci si accorge subito che la dimensione musicale di Bugo è proprio questa. I brani sembrano usciti direttamente dalle sessions dei suoi primi lavori, con Bugatti chiuso in una stanza a provare e riprovare arrangiamenti con gli amici più stretti (presenti qui il bluesman Joe Valeriano, il chitarrista Enrico Decolle, e gli OVO Bruno Dorella e Stefania Perdetti), arrangiamenti affidati interamente a chitarra acustica e voce, con qualche intermezzo di armonica e qualche controvoce sparsa qua e la. I testi sono come sempre farciti di quella malinconica ironia tipica del Bugo, ma questa volta la voce del nostro è molto più seria e compunta, quasi come se ci volesse convincere di essere realmente convinto delle “cazzate” che ci sta propinando. Ed in effetti è proprio questo uno dei punti cardine del nuovo lavoro: se in passato Bugo ci schiacciava l’occhiolino raccontandoci dei suoi insuccessi amorosi e delle sue difficoltà nei rapporti con la gente, adesso si può dire canti a testa bassa, con la voce sofferente e (in)dolente di un ubriaco cronico, a confermare il proverbio “in vino veritas”; ed infatti Bugo ci sbatte in faccia le sue verità in brani come Cosa fai staseraRimbambito (questo a mio avviso il brano migliore col testo più bello) o Che diritti ho su di te?, mostrando una sensibilità e una forte emotività in passato non presenti (o forse ben celate). Non voglio esagerare dicendo che a tratti i testi riescono a commuovere, si sorride sempre, ma un sorriso più amaro che in passato, dovuto ad una consapevolezza della realtà che, così come sembra aver colto Bugo, coglie anche l’ascoltatore… ma forse era proprio questo l’intento del nostro menestrello… E’ senza dubbio “La gioia di Melchiorre” il vero capolavoro del Bugatti, un secondo CD che fa a pugni col primo, e che probabilmente meritava di essere pubblicato singolarmente, perché i veri amanti della musica non avrebbero mai e poi mai potuto snobbarlo.

Nota: come al solito è molto ricercato e particolare anche il “look” del CD; vi sono due copertine, una fronte ed una retro, una per ognuno dei CD, ed anche all’interno sono presenti due booklet; altra particolarità la copertina di “Arriva Golia!”, raffigurante un Bugo decapitato che tiene la sua testa per i capelli nella mano sinistra; per coprire questa trovata “macabra”, sulla pellicola che confeziona l’album è appiccicato un adesivo raffigurante un beautycase, proprio in corrispondenza della testa del Bugo.

(2004, Universal)

– Arriva Golia! –
01 Carla è Franca
02 Alleluia 1 rep
03 Hasta la schiena siempre
04 Un altro conato
05 Caramelle
06 Devo fare un brec
07 Mezzora prima di morire
08 Il sintetizzatore
09 Spargimento di sangue
10 Notte giovane
– La gioia di Melchiorre –
01 Cosa fai stasera
02 Non mi arrabbio mai
03 Guardo su
04 Rimbambito
05 Sentirsi da cane
06 Che diritti ho su di te?
07 Se avessi 50 anni
08 Iperblues 2
09 In grado
10 Quando vai via
11 Alleluia

A cura di Emanuele Brunetto

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