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My Bloody Valentine – MBV

La notizia era ormai diventata una non-notizia, nel senso che di questo nuovo fantomatico album dei My Bloody Valentine se ne parlava da anni e nel senso che negli ultimi mesi le voci s’erano fatte più insistenti e frequenti, complice anche il ritorno dal vivo della band e un bel po’ di tappe programmate nei maggiori festival estivi. Certo è, però, che tra l’attendere ventiduedicasiventidue anni e il ritrovarsi un annuncio ufficiale giusto una manciata di ore prima della pubblicazione ne passa. Nel senso che i ventiduedicasiventidue anni in questione sono trascorsi, sì, per la band di Kevin Shields, ma anche per quei pischelli che nel ’91 s’innamorarono di “Loveless” posizionandolo – a giusto titolo – nella hit parade degli album simbolo di un’intera generazione.

Insomma, le coronarie non sono quelle di un tempo per nessuno, certe cose andrebbero gestite in maniera più soft. Bando agli scherzi, il significato di questo MBV sta tutto nell’acronimo scelto per il titolo, ovvero il nome della band: perchè rappresenta al 100% i My Bloody Valentine, non un grammo più, non un grammo meno. Non è un linguaggio nuovo quello di questo terzo lavoro degli irlandesi, non è uno stile nuovo, non colpisce più al petto come ventiduedicasiventidue anni fa ed è diventato anche piuttosto scontato, data la mole di emuli susseguitisi nel corso delle ultime due decadi. Ma poi ci trovi dentro brani come She Found Now che, piazzata ad inizio tracklist, ti ricaccia indietro al ’91 rendendo praticamente vano ogni tentativo di orientamento spaziotemporale.

Lo shoegaze gracchiante di Only Tomorrow e In Another Way, l’attacco a là “Only Shallow” di Who Sees You, l’accattivante pop sintetico di New You o, ancora, l’incedere quasi industrial della conclusiva Wonder 2, sono marchiati a fuoco da quelle tre lettere che danno il titolo all’album: praticamente impossibile disconoscerne la paternità. E’ anche vero, però, che su nove pezzi ben tre hanno le sembianze dei riempitivi: Is This And Yes e If I Am con quel dream pop non proprio nelle corde di Shields e soci; e poi Nothing Is, oltre tre minuti e mezzo di un ossessivo loop marziale. Nonostante queste piccole pecche, a noi “MBV” piace, nel senso che andiamo in brodo di giuggiole al solo vederne la copertina. E questo è quanto. Vederli dal vivo sarà un po’ come la chiusura di quel cerchio aperto tanti anni fa.

(2013, Autoprodotto)

01 She Found Now
02 Only Tomorrow
03 Who Sees You
04 Is This And Yes
05 If I Am
06 New You
07 In Another Way
08 Nothing Is
09 Wonder 2

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