[adinserter block="3"]
Home RECENSIONI Torres – Thirstier

Torres – Thirstier

Stando a quello che dice Matteo Saudino, docente torinese e titolare di un canale YouTube con più di 180.000 iscritti, la filosofia è pungente, ribelle, inutile come un’ortica e gode di ottima ed effervescente salute. Difficile dargli torto, quando un’artista statunitense poco più che trentenne parla di acqua come archetipo e definisce se stessa un’incurabile assetata, in ogni accezione possibile meno che fisiologica. Secondo Jung, l’acqua è tangibilmente terrena, è la fluidità del corpo governato dall’istinto, è il sangue che scorre, l’odore della bestia, la corporeità gravida di passioni.

Il sangue, l’odore, la bestia, come la chiama Jung, sono tutti elementi palpabili nei molteplici significati di Thirstier (assettata), quinto album di Torres, nata Macaknzie Scott. “Thirstier” è anche il secondo album uscito con Merge Records, dopo la rottura con 4AD; divorzio portatore di buona sorte all’artista statunitense, data l’ottima prova di “Silver Tongue”, risalente a Febbraio 2020. Torres, ad oggi tra i pochi artisti in grado di restituire la potenza concettuale tramite il suono, rivela un’anima versatile e multi corda concentrando su “Thirstier” una decina di tracce semplici ma tostissime.

Un album perfetto nei suoi repentini cambi umorali; l’eleganza del riccio che alterna alt rock (Are You Sleepwalkin?, Hug From A Dinosaur), ad ambient (Big Leap), a un’elettronica minimale (Kiss The Corner), al power pop contagioso di Don’t Go Wishes, potenzialmente frutto di un fortunato incidente tra i The Killers e Lady Gaga. La coproduzione di Rob Ellis (PJ Harvey, Placebo, Anna Calvi), batterista ancor prima che supervisore, regala al disco un tono raffinato e maturo che sa reggersi perfettamente in piedi con la vocalità di Torres.

Come in “Silver Tongue”, il motore tematico dell’album è l’amore, audace, assoluto, vertiginoso ma soprattutto diretto a una profonda scoperta del sé. Torres canta di paradossi e contraddizioni nella title track (“Più bevo da te, più ho sete “); eleva la sua amante a “portatrice di coscienza e di giustizia, foriera di progresso” in Constant Tomorrowland. Il sentimento sviscerato sui solchi di “Silver Tongue” si è evoluto e con esso anche la relazione con la pittrice Jenna Gribbon. La paura di abbandono o di perdita ha lasciato il passo a una relazione matura in cui l’una rappresenta la musa dell’altra.

Come già successo con “Silver Tongue”, sia le dinamiche del loro rapporto che l’artwork – ideato e realizzato dalla pittrice – sono nuovamente al centro del disco. A sua volta, Torres è soggetto principale dei dipinti di Jenna Gribbon. Scott è sempre stata onesta nel parlare della sua infanzia, delle sue lotte personali e della sua salute mentale. La sua musica, deliziosamente sperimentale, non è mai stata puro divertimento ma strumento utile a comprendere e definire costantemente se stessa e i suoi confini musicali.

(2021, Merge)

01 Are You Sleepwalking?
02 Don’t Go Puttin Wishes In My Head
03 Constant Tomorrowland
04 Drive Me
05 Big Leap
06 Hug From A Dinosaur
07 Thirstier
08 Kiss The Corners
09 Hand In The Air
10 Keep The Devil Out

IN BREVE: 4/5

Catanese, studi apparentemente molto poco creativi (la Giurisprudenza in realtà dà molto spazio alla fantasia e all'invenzione). Musicopatica per passione, purtroppo non ha ereditato l'eleganza sonora del fratello musicista; in compenso pianifica scelte di vita indossando gli auricolari.

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version