[adinserter block="3"]
Home RECENSIONI Protomartyr – Ultimate Success Today

Protomartyr – Ultimate Success Today

Sulla caducità dell’esistenza sono stati scritti fiumi di parole, da quarant’anni a questa parte, in ambito post punk. Lo stesso Joe Casey, leader degli americani Protomartyr, non è nuovo a questo tipo di argomenti. Il suo flusso scrittorio non ha mai risparmiato invettive sui luoghi comuni di un’America annichilita e ferma sulle proprie gambe. I testi di Ultimate Success Today si inseriscono in questa scia: Casey parte da un’esperienza personale, il suo malessere fisico e mentale, ma coglie tutto la portata di precarietà, irrisolutezza e autodistruzione della transizione da un decennio a un altro, in un’epoca – quella trumpiana – che non lascia indietro mostri tanto vetusti ma altrettanto pericolosi (suprematismo bianco, egemonia del patriarcato).

A dieci anni dal primo disco – “No Passion All Technique”, ripubblicato proprio l’anno scorso in edizione deluxe dalla Domino – e a tre dall’ultimo full lenght – “Relatives In Descent”(2017) – i Protomartyr tornano sulle scene con il quinto lavoro in studio che arricchisce di varie sfumature sonore la ruvida base post punk. La band di Detroit non ha mai disdegnato ornare di lembi melodici le asperità ritmiche dei propri pezzi, ma qui fa un passo ulteriore: ha sgrezzato il suono, lo ha reso più compatto e lo ha contaminato con le incursioni di fiati, senza comunque risultare mai accomodante. Un aiuto importante in tal senso lo ha dato anche David Tolomei in cabina di regia, già noto per il suo grande lavoro suoi suoni (Beach House, Dirty Projectors, Future Islands, Daughter).

Registrato oltre un anno fa presso gli storici Dreamland Recording Studios di New York e tenuto nel cassetto anche per la pandemia, “Ultimate Success Today” si compone di dieci tasselli che, come si diceva poc’anzi, cercano di spostare verso luoghi inesplorati la classica traiettoria sonora dei Protomartyr. I sax suonati da Jemeel Moondoc e Izaak Mills si scorgono sin dall’inizio: la crepuscolare Day Without End, con la sua testuale allergia alla speranza, macina ruvidezza melodica che si incontra con il febbrile senso di evasione dato dai fiati; ovvero il singolo Processed By The Boys in cui la fervida critica di Casey allo strisciante stato di polizia, che serpeggia in territorio a stelle e strisce, accompagna il muro di suono fatto di mattoni post punk e free jazz. Se a qualcuno bisogna riconoscere queste aperture, quello è Greg Ahee, il chitarrista della band, attento a strizzare l’occhio a quello che di buono sta accadendo oltreoceano con l’International Anthem, etichetta molto solerte a spingere un certo tipo di alt jazz.

The Aphorist è una critica serrata agli opportunisti senza scrupoli e senza argomenti, che siano politici o critici musicali – qui il riferimento è a Ian Cohen di Pitchfork – sempre pronti a pronunciare i propri mantra aforistici. La litania di Casey è ipnotica, il suo cantato, molto prossimo allo spoken word, si fonde con le linee di basso e con il riff di chitarra levigatore. In June 21 Joe duetta con Half-Waif – moniker di Nandi Rose Plunkett, già membro dei Pinegrove – che fa arieggiare un po’ le plumbee stanze della band di Detroit. Michigan Hammers è un pezzo in pieno stile Protomartyr: tirato, nervoso e mai domo nel descrivere le contraddizioni del Michigan. Tranquilizer, nonostante il titolo, è un incontro muscolare tra le improvvisazioni del sax alto di Moondoc e il noisedei nostri, altezza Shellac e Jesus Lizard, con feedback groovosi che non t’aspetti sul finale.

La chiusura, poi, è affidata a una ballata à la Neubauten. Casey, da novello Blixa, si destreggia tra malinconie lancinanti e crescendo melodici. “Ultimate Success Today” è un disco in cui convivono diverse anime sonore: tra un passato collaudato e un futuro incerto ma con un comune denominatore rabbioso e sperimentale. Il miglior disco dei Protomartyr? Sì, perché hanno saputo calcolare il rischio alzando l’asticella, senza, però, snaturare suoni ed attitudini.

(2020, Domino)

01 Day Without End
02 Processed By The Boys
03 I Am You Now
04 The Aphorist
05 June 21
06 Michigan Hammers
07 Tranquilizer
08 Modern Business Hymns
09 Bridge & Crown
10 Worm In Heaven

IN BREVE: 4/5

Nasco a S. Giorgio a Cremano (sì, come Troisi) nel 1989. Cresco e vivo da sempre a Napoli, nel suo centro storico denso di Storia e di storie. Prestato alla legge per professione, dedicato al calcio e alla musica per passione e ossessione.

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version