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Shearwater – Jet Plane And Oxbow

jetplaneandoxbowPer il decimo album in studio degli Shearwater Jonathan Meiburg ha chiamato a sé il compositore di colonne sonore Brian Reitzell (“Lost In Translation”, “Hannibal”), riuscendo ad ampliare la tavolozza cromatica di un sound da sempre molto complesso. Jet Plane And Oxbow ha dichiarate ambizioni art-rock, mostrando i consueti pregi e difetti del gruppo.

Tra le maglie si respira un’aria anni Ottanta che strizza l’occhio agli Smiths (A Long Time Away), agli R.E.M. di “Reckoning” (Radio Silence), ai Talk Talk (Wildlife In America), ai primissimi U2 (Pale Kings).

Il discorso assume tinte affascinanti nelle rarefazioni di Backchannels, che ha un panorama sonoro morbido e profondo striato da riverberi che si intrecciano, così come accattivante è l’impeto southern rock di Glass Bones o ancora la timida elettronica di Quite Americans, che ammicca al John Grant di “Pale Green Ghosts”. Quando Meiburg tenta il colpo radiofonico sprofonda però nelle banalità di Only Child, canzone molle, a tratti ingenua.

Formalmente ineccepibile, “Jet Plane And Oxbow” fa delle vigorose architetture sonore il suo punto forte ma l’impressione è che gli Shearwater non siano mai in grado di scrivere grandissime canzoni. Tutto fluisce senza lasciare nulla di indimenticabile, facendo della banda di Meiburg un’eterna incompiuta.

(2016, Sub Pop)

01 Prime
02 Quiet Americans
03 A Long Time Away
04 Backchannels
05 Filaments
06 Pale Kings
07 Only Child
08 Glass Bones
09 Wildlife In America
10 Radio Silence
11 Stray Light At Clouds Hill

IN BREVE: 3,5/5