Home RECENSIONI ITALIA Tying Tiffany – Dark Days, White Nights

Tying Tiffany – Dark Days, White Nights

Nel 2010 “People’s Temple” era stato l’album della svolta per Tying Tiffany, il fatidico terzo album che quasi sempre conferma o smentisce le velleità di un’artista. L’album della maturazione, dell’abbandono dei lidi punkeggianti (diciamolo pure, piuttosto semplicistici) e del pieno approdo a quelle sonorità darkwave che sembrano tanto essere nelle corde della padovana. Nessuna vera sorpresa, dunque, nell’ascoltare oggi questo Dark Days, White Nights, lavoro che riprende il discorso laddove l’avevamo interrotto. Le atmosfere del disco, licenziato ancora una volta per la tedesca Trisol, non si discostano affatto dal buio torpore che permeava il suo predecessore, accentuandone se possibile gli aspetti più decadenti. A volte grazie ad un sound vaporizzato che rende benissimo il senso di straniamento (5 AM), altre grazie ad un mood ossessivo/compulsivo che la dice lunga sulle intenzioni concettuali dell’autrice (She Never Dies, Unleashed). La differenza la fanno in questo senso i brani in cui l’electroclash della casa lascia spazio a digressioni eteree e surreali (Universe, White Night), mai così presenti nei lavori di Tiffany come in quest’ultimo, segno di un approccio decisamente più wave che in passato. Il che si abbina alla perfezione con la nuova veste vocale messa in mostra in alcuni episodi: meno urla punk, più sussurri e modulazioni. Una dimostrazione di versatilità che, lo ammettiamo, non credevamo appartenesse alla Tying Tiffany cantante. In tutto ciò, non è affatto da dimenticare l’impeccabile scelta di Drownin’ come singolo di lancio, il brano che più degli altri strizza l’occhio agli stereotipi da dancefloor propri del genere (inserito peraltro fra le musiche del videogame FIFA 12). Un modo furbo – ma anche intelligente – per aprire la strada all’ascolto degli altri spunti presenti nell’album. “Dark Days, White Nights” piace perché, nonostante qualche pecca di omogeneità, mostra la crescita della musicista sotto tutti i punti di vista. Le asperità electroclash vengono limate e il quadro che ne viene fuori è descrittivo al massimo. Giorni scuri come la pece. Notti bianche (e in bianco) come il latte. Come piace a noi.

(2012, Trisol)

01 New Colony
02 Dark Day
03 Drownin’
04 Sinistral
05 She Never Dies
06 Universe
07 Unleashed
08 5 AM
09 Lepers Of The Sun
10 White Night

A cura di Emanuele Brunetto