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Breaking Bad compie 10 anni: un viaggio in questo cult seriale attraverso la sua soundtrack

Ecco alcuni straordinari esempi per celebrare il decimo anniversario di questo capolavoro della televisione:

Dave Porter, “Breaking Bad Main Theme”
Diciassette secondi che riassumono il concetto. Il malizioso slide di chitarra, le percussioni, arrivano di solito a spezzare la straordinaria tensione creata durante il cold open. Per quanto riguarda le serie TV, forse il miglior rapporto qualità/durata di qualunque sigla mai sentita.

Rodrigo y Gabriela, “Tamacun”
(Pilot, 1×01)

Introducing Jesse Pinkman: il nostro giovane eroe sfugge al raid della polizia in un laboratorio di metanfetamina, semplicemente perché invece che stare in laboratorio a lavorare sta dalla vicina di casa, che si affaccia nuda. Mentre scappa, Walter, seduto quale ospite nella macchina di suo cognato poliziotto, lo osserva e lo riconosce. Decide di non dire niente. Noi sappiamo già il perché. Il pezzo di Rodrigo y Gabriela sottolinea l’ironia del momento.

Glenn Phillips, “The Hole”
(Cat’s In The Bag, 1×02)
Due bambini giocano a palla nei desolati canyon del New Mexico, quando si accorgono di una maschera antigas; è la maschera di Walt, abbandonata nella fuga. La canzone, una b-side di questo giovane cantautore americano, può ricollegarsi alla scena precedente, l’errore di Jesse nell’usare l’acido nella vasca da bagno e non in un apposito contenitore di plastica, come chiestogli da Walt (“Behind the house / The ground has opened up / And it’s so deep, a hole / Its bottom can’t be found”). Il testo, coincidenzialmente (o forse no, considerata la straordinaria attenzione per i dettagli che sia GIlligan che Golubic usano), sembra parlare del rapporto tra Walt e Jesse (“We sometimes stand / And linger at the edge / We like to dare each other how close that we can get / And there’s a pact we made, if one should fall, the other follows in”), ma introduce anche un concetto importante, quello delle conseguenze delle proprie azioni: le conseguenze della pigrizia di Jesse, ma soprattutto le conseguenze della scelta di Walt, la cui maschera viene ritrovata dai bambini (“A letter came the other day from clear around the globe / It said ‘we hope that you’re the ones on the other end of the hole / Could you take a few things back, our country’s getting full”). Se questa vi sembra un’analisi posticcia, forse non vi è ben chiara la maniacalità di Gilligan e Golubic.

Darondo, “Didn’t I”
(Cancer Man, 1×04)
Darondo, uno straordinario soul singer degli anni ’70 scomparso dalla circolazione, meritava di meglio. “Didn’t I”, il suo capolavoro, se la gioca facilmente col meglio di Curtis Mayfield, nella sua delicatezza, nella sua immacolata perfezione. La rivincita arrivò quando ormai il vecchio Darondo aveva fatto il suo percorso, barcamenandosi gentile in una normale vita nella Bay Area; la sua rivincita arriva quando il deejay di BBC Radio One Gilles Peterson incomincia a suonare questo straordinario pezzo nel suo programma. E qui c’è anche la prima rivincita di Walt. Una rivincita insensata, esagerata, ma straordinariamente goduriosa. Un uomo d’affari in BMW (targata KEN WINS), tipico yuppie moderno, gli frega il parcheggio e lo ignora totalmente, parlando al cellulare con un auricolare bluetooth. Lo ritroviamo, noi come Walt, alla fine dell’episodio, dal benzinaio, sempre con l’auricolare, che suona irritato a una vecchietta che attraversa. Walt è seduto in macchina, tossisce sangue a causa del cancro. Lo vede uscire dalla macchina. Gli apre il cofano e gli fa saltare in aria la macchina. He’s breaking bad.

The Charlie Steinmann Orchestra & Singers, “It Is Such A Good Night”
(Crazy Handful Of Nothin’, 1×06)
Jesse, incaricato da Walt di gestire la vendita (mentre lui rimane a gestire la parte chimica della situazione), passa la notte a vendere metanfetamina a scoppiati di vario genere. “It is such a good night to kiss / It is such a good night to dance / It is such a good night to / Scoobidoo-doobidoo, scoobidoo-doobidoo, scoobidoo-doobidoo love”, è una buona notte per baciarsi, danzare, fare l’amore; la gioiosa eleganza easy listening si scontra con la squallida realtà dei disperati che comprano la metanfetamina di Jesse e Walt.

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Reverendo Dudeista, collezionista ossessivo compulsivo, avvocato fallito, musicista fallito. Ha vissuto cento vite, nessuna delle quali interessante. Scrive per Il Cibicida da un numero imprecisato di anni che sarebbe precisato se solo sapesse contare.