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Ash

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La gioventù, il punk, l’Irlanda del Nord, un songwriting subito convincente: il rapido successo maturato dagli Ash nella seconda metà dei ’90 è figlio di questi fattori, ma sarebbe sbagliato circoscrivere la discografia della band di Downpatrick agli album più famosi (“1977” e “Free All Angels”), visto che il meglio arriva da altri episodi appartenenti ad una discografia comunque varia e da scoprire.

TRAILER (1994) – Esordio acerbo e non poteva essere altrimenti, visto che i membri della band erano ai tempi ancora minorenni. Ma gli spunti interessanti sono tanti, segnali premonitori di una fortunata carriera.

Brano consigliato: Petrol – In breve: 2,5/5

1977 (1996) – Dopo qualche anno era già un classico: disco perfetto per l’epoca, ha procurato ai ragazzi una piazza d’onore negli anni dorati del britpop. Meno punk e più atmosfere sognanti: l’emozionante voce di Tim Wheeler completa l’opera.

Brano consigliato: Oh Yeah – In breve: 4/5

NU-CLEAR SOUNDS (1998) – Ritorno in sordina per la band, ma questo terzo lavoro in studio degli Ash non è da buttare, tutt’altro. Peccato che la poesia del precedente “1977” sia già qui un lontano ricordo.

Brano consigliato: Jesus Says – In breve: 3/5 

FREE ALL ANGELS (2001) – Si riprende sotto certi punti di vista il discorso lasciato in sospeso con “1977”: ottime le melodie, ma alcuni episodi troppo smielati (vedi “Candy”) ne pregiudicano in parte il giudizio complessivo.

Brano consigliato: Shining Light – In breve: 3/5

MELTDOWN (2004) – Un concept album epico, maestoso, pieno di melodie che non si schiodano dalla testa (il brano qui consigliato è anche il migliore della discografia della band). Peccato solo per l’artwork terribile e il mancato boom commerciale.

Brano consigliato: Evil Eye – In breve: 4,5/5

TWILIGHT OF THE INNOCENTS (2007) – Il disco si attesta sulla falsariga dell’album precedente, anche se più introverso. Rimane comunque un lavoro convincente, degna chiusura del periodo più prolifico per Tim Wheeler e soci.

Brano consigliato: Palace Of Excess – In breve: 4/5

A-Z VOL. 1 (2009) – “Mai più album, solo singoli in digital download”, dicevano gli Ash nel 2007. Ecco pronta la parziale retromarcia, che inevitabilmente risulta essere una disordinata raccolta di canzoni già pubblicate singolarmente. Alcuni brani eccellenti ma anche altri sotto la sufficienza. Comunque gradevole.

Brano consigliato: Arcadia – In breve: 3/5 

A-Z VOL. 2 (2010) – Più compatto e piacevole rispetto alla precedente parte della raccolta, manca di una canzone bella come “Arcadia”, ma il livello medio generale è nettamente superiore e non sembra affatto cosa da poco.

Brano consigliato: Dare To Dream – In breve: 3,5/5

KABLAMMO! (2015) – Un ritorno su formato tradizionale tanto sbandierato quanto poco sostanzioso. Qualche spunto interessante nella seconda parte del disco, ma Tim Wheeler sa fare di meglio e qui non ne dà per nulla dimostrazione.

Brano consigliato: Dispatch – In breve: 2,5/5

Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.