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AA.VV. – Il Paese E’ Reale

Se n’è discusso davvero troppo riguardo la partecipazione di Manuel Agnelli e soci alla 59ma edizione del Festival di Sanremo. E le critiche piovute giù, per una scelta apparsa ai più incomprensibile, sono state davvero tante. Poi la subitanea eliminazione, con la conseguente non inclusione del loro pezzo nella compilation sanremese. Poi la pubblicazione, all’indomani della conclusione della kermesse, di un’altra compilation, dal titolo Il paese è reale. Sì, proprio omonima del brano che gli Afterhours hanno presentato sul palco del Teatro Ariston. Ed allora il quadretto assume i contorni dell’astuta manovra, del sovvertimento degli ordini precostituiti della musica italiana. Come fosse stato calcolato ad hoc che Agnelli non arrivasse alle finali della manifestazione, come se gli Afterhours sapessero perfettamente che non sarebbero piaciuti a quel pubblico, come se la loro presenza fra Albano e Fausto Leali fosse solo un pretesto per attirare l’attenzione su quest’altro progetto, invece. Perchè “Il paese è reale” raccoglie al suo interno ben diciannove tracce, inedite, curate ognuna da un esponente dell’indipendente nostrano. Quella musica italiana che meriterebbe, lei sì, di concorrere in un festival. Sarebbe quindi inopportuno, data l’ammirazione per un’iniziativa del genere, continuare a disquisire sui motivi che hanno spinto gli Afterhours a salire su quel palco. Mentre è, invece, più che opportuno dare merito ad un lavoro ben fatto ed ispirato, in cui ognuno degli artisti chiamati a partecipare sembra aver dato il meglio di sé per la giusta causa del rock indipendente. In primis gli Afterhours col loro brano che, pur rimanendo sulla scia de “I milanesi ammazzano il sabato” (dunque non esaltante), in versione studio si fa apprezzare decisamente di più. E poi “pezzi da novanta” come Cesare Basile, Paolo Benvegnù e Marco Parente, cantautori di livello assoluto. Band con gli attributi grossi come cedri come Il Teatro Degli Orrori di Pierpaolo Capovilla, gli internazionalissimi Zu e gli A Toys Orchestra (stupendo il loro brano, fra i migliori), ed altre che lavorano per diventarlo come Marta Sui Tubi, Settlefish e Disco Drive. Alcune delle “new sensations” più interessanti del panorama italico come Dente, Calibro 35 e Beatrice Antolini (anche il suo un pezzo che si erge su tutti). E poi il progetto Reverendo (con Giovanni Ferrario ed ancora Cesare Basile), Roberto Angelini, Zen Circus, Marco Iacampo, Mariposa, Amerigo Verardi con Marco Ancona. Insomma, pronunciate un nome di spicco dell’underground italiano e quel nome lo vedrete inserito in questa compilation, un’uscita che fa quasi passare in secondo piano il “sacrificio” sanremese degli Afterhours.

Nota: La compilation è distribuita su tutto il circuito FNAC al prezzo di 9,90 €. Irrisorio per la qualità del prodotto e sintomatico della direzione verso cui remano una certa schiera di artisti.

(2009, AC Europe Records)

01 Il paese è reale (Afterhours)
02 Io e il mio amore (Paolo Benvegnù)
03 Da un momento all’altro (Marco Parente)
04 Beato me (Dente)
05 Le canzoni dei cani (Cesare Basile)
06 What you said (A Toys Orchestra feat. Luca D’Alberto)
07 California (Reverendo)
08 L’uomo dagli occhi di ghiaccio (Calibro 35)
09 Refusenik (Il Teatro Degli Orrori)
10 Tempo e pace (Roberto Angelini)
11 Venetian hautboy (Beatrice Antolini)
12 Maledetto sedicesimo (Zu)
13 Gente di merda (Zen Circus)
14 Che bella carovana (Marco Iacampo)
15 Le cose come stanno (Mariposa)
16 Catastrophy Liars (Settlefish)
17 The Giant (Disco Drive)
18 Mercoledi (Marta Sui Tubi)
19 Mano nella mano (Amerigo Verardi + Marco Ancona)

A cura di Emanuele Brunetto