Home RECENSIONI Bill Callahan – YTI⅃AƎЯ

Bill Callahan – YTI⅃AƎЯ

Perdersi fa male ma è anche l’unica soluzione. Affondare nel groviglio di coperte e in un letto che costringe al sonno. Bill Callahan il sognatore. L’uomo più misterioso del mondo. Bill che un giorno, chissà quando, magari nel sonno dell’adolescenza, ha ricevuto la visita di qualche spiritello che gli ha spruzzato in bocca la voce da Mago di Oz che si ritrova. La musica per Callahan è un perdersi continuamente tra sogno e realtà. Lo dice il suo sguardo da film di Tim Burton e i suoi testi sempre in equilibrio tra corporalità e leggerezza.

YTI⅃AƎЯ, il suo ottavo disco, sembra come se fosse il primo. È un disco che ribalta la realtà o quantomeno invita a leggerla con diverso movimento d’occhi. Callahan d’altra parte beffa il tempo perché pare venire dagli anni Cinquanta, sussurrante al microfono come i poeti di quegli anni ma più morbido. E il disco ci restituisce ancora una volta canzoni ora soffici, ora immateriali, o della stessa materia di cui sono fatti i sogni.

Ce lo dice Bill nel pezzo di apertura First Birds, dice: “And we’re coming out of dreams / As we’re coming back to dreams”, come se questa realtà alternativa sia un andirivieni onirico. Concetto che torna nella ballata Coyotes, Bill sorvola un campo di grano e poi un lago, delle montagne, tutto mescolato in un gomitolo e scrive il verso che racconta definitivamente il suo intero percorso in musica: ”Si dice di non svegliare mai un sognatore / Forse è così che moriamo / Mi rendo conto ora che i sogni sono reali”.

“YTI⅃AƎЯ” è un disco suonato con precisione maniacale, non un rintocco è lasciato al caso. Una piccola orchestra dell’anima. Chitarre, organo, pianoforte, clarinetto, tromba… che ora accelerano, ora ripiombano in uno stato d’attesa, che sembrano lasciarsi andare, ma che poi ritrovano la strada di casa. Perché anche un pezzo come Drainface potrebbe cedere all’emotività, ma Bill lo riporta comunque a un piano più alto. Perché perdersi, spesso, fa male, ma è anche l’unica soluzione. A patto che lo smarrimento sia parte del percorso.

— 2022 | Drag City —

IN BREVE: 3,5/5