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Dinosaur Jr – Farm

Delle band nate negli ’80 e che oggigiorno calcano ancora i palchi, pochissime sono rimaste “fedeli alla linea”, con tutte le altre impegnate nella maggior parte dei casi a fare quattro soldi piuttosto che a produrre un pugno di canzoni degne del proprio passato. I Dinosaur Jr a dire il vero hanno usufruito di quasi un decennio di “pausa” dal 1997 in poi, e non è forse un caso che – dopo aver recuperato energie ed ispirazione – siano tornati nel 2007 con quel “Beyond” che ha rinverdito i fasti di una delle formazioni indie più importanti di sempre. J Mascis e (ritrovati) soci non hanno modificato di una virgola quel sound nipote del punk, figlio dell’hardcore, fratello di certo noise e patrigno del grunge, finendo per rendere palese anche alle nuove generazioni come qualcosa di proprio nel rock degli anni ’90 l’abbiano pur messa. Stesso identico discorso per questo Farm, secondo album del nuovo/vecchio corso per i tre del Massachusetts. Dando per scontato che lavori come “You’re Living All Over Me” (1987) e “Bug” (1988) devono considerarsi inarrivabili (così come avere vent’anni non è come averne quaranta e passa), c’è da dire che “Farm” non dispiace affatto in un periodo in cui di porcherie pubblicate da nomi altisonanti se ne sopportano parecchie. Lo storico bassista Lou Barlow è tornato alla base e si sente, la ritmica dei pezzi, affidatagli, è snervante come ai bei tempi e si interseca alla perfezione con la sei corde ruvida e distorta di J Mascis, vera protagonista del muro di suono messo in piedi dai tre americani. Brani come Ocean In The WayPlansI Don’t Wanna Go There mostrano come la mano di J Mascis sia sempre sensibile e velocissima, pronta a dare vita ad assolo e cavalcate chitarristiche assordanti. Non mancano comunque, come da tradizione, gli episodi più dolci (prendere con le pinze questo aggettivo, ndr) e melodici, vedi Your WeatherSaid The People o la conclusiva Imagination Blind (opere per lo più di Barlow). A voler trovare il pelo nell’uovo, è forse l’eccessiva lunghezza di alcuni pezzi a non convincere del tutto, scelta a discapito di quella forza impattante che è poi la vera essenza dei dinosauri. Valutazione, questa, meramente soggettiva e che nulla toglie ad un album positivo che lascia ben sperare per il futuro, soprattutto per quanto riguarda la dimensione live della band che, con questi nuove composizioni, aggiunge linfa vitale al proprio repertorio.

(2009, Jagjaguwar)

01 Pieces
02 I Want You To Know
03 Ocean In The Way
04 Plans
05 Your Weather
06 Over It
07 Friends
08 Said The People
09 There’s No Here
10 See You
11 I Don’t Wanna Go There
12 Imagination Blind

A cura di Emanuele Brunetto