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Fanfarlo – Rooms Filled With Light

E’ facilissimo, per chi scrive di musica, cadere nel subdolo gioco dei rimandi. Subdolo perché a volte vengono fuori dalla “penna” senza neanche accorgersene. Subdolo perché dà tutta l’impressione di un ottimo modo per dire qualcosa senza dire nulla. Per questo motivo ci proviamo spesso, da queste parti, ad evitare di cascarci. A volte riesce, quando un album ha molto da dire di suo, quando c’è qualcosa d’interessante da evidenziare come spunto di riflessione, sia esso critico o d’apprezzamento. Altre volte, come per questo Rooms Filled With Light dei Fanfarlo, la cosa viene meno bene. Perché per commentarlo basterebbe inserire una didascalia del tipo “sounds like”, come quelle che i negozi di musica online affiancano ad ogni scheda. E il contenuto della didascalia in questione sarebbe fatto inevitabilmente da tre nomi, che vi sveliamo senza girarci troppo intorno: Arcade Fire, Okkervil River, Beirut. Dei primi c’è più di un elemento che viene riproposto prepotentemente, dall’impianto orchestrale piuttosto accentuato (Replicate) alla voce di Simon Balthazar, a tratti clone del collega Win Butler (su tutte Lenslife e Tightrope). Quel modo un po’ singhiozzato di cantare che ha fatto la fortuna dei canadesi, di cui i Fanfarlo riprendono anche una certa indole wave che nel loro esordio “Reservoir” del 2009 non era presente. Degli Okkervil River c’è l’ormai onnipresente neo-folk (Dig), a dirla tutta qui meno presente che altrove, ma pur sempre nel background. E poi c’è Zack Condon, inaspettatamente il primo punto di riferimento per questi Fanfarlo del 2012: venature etniche e profusione di archi e fiati che danno al tutto un tocco molto world (Shiny Things, Tunguska). Non è probabilmente un caso che la scelta degli input da cogliere sia ricaduta su questi tre progetti, tra i più interessanti di questo nuovo millennio avaro di emozioni forti. Un vero peccato, considerando che i Fanfarlo promettevano davvero bene, ma “rifare” non è “fare” e in “Rooms Filled With Light” di derivativo c’è fin troppo.

(2012, Atlantic)

01 Replicate
02 Deconstruction
03 Lenslife
04 Shiny Things
05 Tunguska
06 Everything Turns
07 Tightrope
08 Feathers
09 Bones
10 Dig
11 A Flood
12 Everything Resolves

A cura di Emanuele Brunetto