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Idjut Boys – Versions

versionsPronti a decollare per voli parallelepipedei e isosceli radenti? Pronti per mettere tra voi e il vostro quotidiano migliaia di chilometri virtuali? In forma per sganciare il vostro peso corporeo a favore di una neutralità fisica? Allora salite a bordo di questo nuovo disco dei londinesi Idjut Boys, un duo che nelle sette tracce di Versions mette tutto il proprio bagaglio sensoriale, tutto quello che ha manipolato in anni di djing, arrangiamenti e tutto il cucuzzaro: mix, remix, frame, take, outtakes, mash-up, un’alchimia straniante e magica tra Buddha Bar e Thievery Corporation che una volta innescata nel lettore fa vedere i sorci, se non verdi, perlomeno fluo a intermittenza.

Dan Tyler e Conrad McDonnell – questi i prestigiatori della scena ipnotic/dance londinese – creano un dubbing stratificato e pregno di humor e rumors presi anche dalla strada, li trasformano fino a tirarne fuori una tonnellata di vibrazioni a pelle che rimangono in testa per lungo tempo, una sorta di surrealismo realista dove anche un frame vocale di Madonna reclama uno spicchio di luce in Going Down.

Echi floydiani in Lovehunter Dub, un mantra à la McCoy Tyner in Kenny Dub Headband e percussioni alien/latin frizzanti in Le Wasuk legano del tutto un ascolto felicemente rapito e svagato, anteprime di un “dischetto” non male, assolutamente non in linea con le quadrature sonore consuete.

(2015, Smalltown Supersound)

01 Ambient Rab
02 Kenny Dub Headband
03 Dub Shine
04 Another Bird
05 Going Down
06 Lovehunter Dub
07 Le Wasuk

IN BREVE: 4/5

Giornalista e critico musicale da tempo, vivo nella musica per la musica, scrivo di suoni, sogni e segni per impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole ne vuole tirare fuori il ritmo vitale dell’anima.