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Joan Shelley – Over And Even

overandevenOvunque la fragranza delicatissima di una Joni Mitchell eterea, quella che si inala felicemente in Over And Even, nuovissimo album della cantautrice americana Joan Shelley, un balsamo uditivo raro da sentire in questi frangenti, una femminilità bucolica e malinconica che vola leggiadra tra note e pensieri.

L’artista-poetessa del Kentucky sparge attraverso le dodici tracce del disco l’aroma folk delle grandi praterie. Accompagnata dalla chitarra di Nathan Salsburg, incanta con macramè vocali e raffinatezze dreamy che sorvolano l’ascolto come candide nuvole in una giornata primaverile, quel sound prettamente americano che fa volare senza ali o addirittura te le fornisce per andare ancora più su.

Folk e storie raccontate con la grazia di certe familiarità contemporanee come Elephant Micah, Barna Howard, più in là un Oldham notturno in Jenny Come In o il caracollare timido di una giovane Baez in Stay On My Shore. Tra le fitte ramificazioni del songwriting folk a stelle e strisce, l’arte poetica della Shelley apre spazi e misure estetiche non indifferenti, basta sintonizzarsi nell’alba arpeggiata di Easy Now, mirare i tramonti del midwest in Wine And Honey oppure nuotare tra i flussi impalpabili di Subtle Love per essere in pochi secondi altrove, in un’altra dimensione terrestre. E non è cosa da niente.

(2015, No Quarter)

01 Brighter Than The Blues
02 Stay On My Shore
03 Over And Even
04 Not Over By Half
05 Ariadne’s Gone
06 No More Shelter
07 Easy Now
08 Lure And Line
09 Jenny Come In
10 Wine And Honey
11 My Only Trouble
12 Subtle Love

IN BREVE: 3,5/5

Giornalista e critico musicale da tempo, vivo nella musica per la musica, scrivo di suoni, sogni e segni per impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole ne vuole tirare fuori il ritmo vitale dell’anima.