Home RECENSIONI John Frusciante – The Empyrean

John Frusciante – The Empyrean

Sarebbe da afferrarlo per le braccia, strattonarlo e sbatterlo sul muro. Sarebbe da tenerlo per il bavero della giacca e gracchiargli addosso un secco: “John, ma chi diavolo ti credi d’essere?”. Perché The Empyrean, l’ultimo disco della chitarra dei Red Hot Chili Peppers, John Frusciante, è un lavoro che vive di spacconeria, ma decisamente non di sostanza. S’inerpica sulla vetta di una montagna altissima, ma poi se la fa sotto dalla paura. Perde ore, curvato sul tavolo nel tentativo di parafrasare qualcosa di cui sconosce, però, la lingua di partenza. Chi si crede d’essere, dunque, Frusciante? Chi pensa di essere per aprire il suo disco con uno strumentale di oltre nove minuti che è una specie di sugo pronto al sapor di Santana (Before The Beginning) o per piazzare, in posizione numero due, la cover appena sufficiente di Tim Buckley Song To The Siren? Pensa sia divertente giocare con la psichedelia, con il gospel, con il pop, con il rock senza essere bravo quanto Frank Zappa? Ecco il punto: Frusciante scrive un concept, una storia di arcani ed imperi. Ci mette dentro tanto, troppo. Lo definisce psichedelico, svuotando cosi la stessa parola. Ci porta dentro tutti gli amici che può: Josh Klinghoffer, Flea, Johnny Marr, Donald Taylor con i the New Dimension Singers ed i Sonus Quartet. Lo colora di una marea di suoni e strumenti: chitarre elettriche e acustiche, tastiere e pianoforte, batteria e drum machine, sintetizzatori e organo, quartetto d’archi e slide guitar, voce solista (la sua) e più di una squadra di coristi. Miscela talmente tanto da far scomparire il sapore di ogni condimento. Risultato? Il concept s’è stancato di sé stesso, perché nel frattempo è andata in malora l’istintività di un potenziale buon disco. Nella ricerca del concettualismo a tutti i costi, ha annacquato la qualità. Frusciante, insomma, ha sprecato la buona occasione di realizzare un grande disco dopo la corsa matta di nove album in dieci anni (con quattro dischi solo nel 2004: la “record collection”), senza contare gli impegni con i Peppers. Dunque missione fallita per Frusciante, “peccato, davvero peccato, caro John”.

(2009, Emi)

01 Before The Beginning
02 Song To The Siren
03 Unreachable
04 God
05 Dark/Light
06 Heaven
07 Enough Of Me
08 Central
09 One More Of Me
10 After The Ending

A cura di Riccardo Marra