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Khoma – A Final Storm

I Khoma sono un side-project di Johannes Persson dei Cult Of Luna. Si sono già resi protagonisti di un ottimo debutto nel 2006, “The Second Wave”, uscito per l’ormai multinazionale Roadrunner e che presentava la band come un efficace e personale sintesi di Dredg, Radiohead, Tool e, comprensibilmente, Cult Of Luna. Nella partita erano, e sono tutt’ora coinvolti anche il cantante Jam Jamte e il polistrumentista Fredrik Kihlberg, che con Persson formano quel trittico che è il vero e proprio nocciolo duro del progetto, che coinvolge tra l’altro anche altri musicisti. Svedesi e adesso approdati presso la connazionale label indipendente Razzia Records, i Khoma tentano di bissare i buoni riscontri di critica e pubblico riscossi col precedente full-length (che includeva cinque brani da una release anteriore, “Tsunami” del 2004). Saranno riusciti i nostri a portare a termine con successo la missione? Insomma, non del tutto. L’economia dei Khoma si fonda su atmosfere autunnali e sulle linee vocali melodiche di Jamte, spiccatamente emotive e sofferte. Se la formula nel primo album si mostrava vincente e ben gestita durante tutta la tracklist, in A Final Storm è pressoché onnipresente quel brutto senso di déja-vù che va aumentando canzone dopo canzone. I panorami sono sempre quelli dominati da foschi nembi carichi di pioggia e le sensazioni sono gracili come il cristallo. Ma la tinta unica tende ad “anonimizzare” (concedeteci il temporaneo neologismo) ogni singolo brano. E ciò deriva dal poco eclettismo creativo profuso nella costruzione delle linee vocali da parte di Jamte. Basta mettere a confronto le melodie di MistBy The Gallows eHarvest per osservare eccessive somiglianze. Quel che più colpisce in negativo è poi l’assenza di ritornelli che lascino il segno, anche se From The Hands Of Sinners spicca in positivo sul resto. C’è molto dei Cult Of Luna nelle andature di brani come la title-trackThe Tide (qui le chitarre riverberano gli scintillii dei Cure), l’iniziale Army Of One. Tra le note da ricordare mettiamo All Like Serpents, che ci ricorda gli Oceansize più sintetici e ispirati. Buona la produzione e la cura dei suoni, ma per poter ricordare un album nel tempo ciò non basta. Non esageriamo affermando che già a “The Tide”, settima traccia in scaletta, “A Final Storm” sembra che sia durato già abbastanza. Ci duole doverci esprimere in questi termini, sui Khoma riponevamo notevoli aspettative per questo atteso come-back, ma riproporre senza variazioni su tema il disco precedente suona come un tentativo di riciclo. Chi volesse approcciarsi per la prima volta ai Khoma si dedichi a “The Second Wave”, perché ne vale davvero la pena. Giunti a questo nuovo capitolo potreste passare la mano senza eccessivi patemi d’animo.

(2010, Razzia / Selective Notes)

01 Army Of One
02 From The Hands Of Sinners
03 Harvest
04 Osiris
05 A Final Storm
06 Inquisition
07 The Tide
08 All Like Serpents
09 In It For Fighting
10 By The Gallows
11 Mist

A cura di Marco Giarratana