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Låpsley – Cautionary Tales Of Youth

Chi si approccia a Låpsley oggi, con Cautionary Tales Of Youth, potrebbe faticare a immaginarla intrisa di cultura rave. Eppure, Holly Fletcher incarna abbastanza quel tipo di contesto, abbracciandone l’aspetto squisitamente collettivo e sciamanico. Nell’era che ha svuotato del tutto il significato stesso della parola rave (tutti concordi nell’andare avanti, eccetto l’italiano medio che, si sa, arriva sempre tardi), Låpsley riempie la sua terza uscita discografica di una percezione intensamente fisica e di quel senso di comunità tipico nei new age travellers.

Scritto tra Johannesburg e Londra, “Cautionary Tales Of Youth” offre una sensazione quasi tattile del suono, dai battiti sincopati di Hotel Corridors, al morbido ritmo house di Levitate, al basso rifrangente di Paradise. Spazi sonori spalancati per la vocalità calda e alta di Låpsley e per i suoi testi, curati quasi quanto il lato elettronico anche se intervallati da un via vai di metafore non sempre esaltanti (“Baby, more than I did, I know I can be Pandora and I box off that shit, Maybe we were good together, You’re the key to open it”).

Nelle sue uscite precedenti, Låpsley ha dimostrato di avere un ottimo tocco elettronico e nessuna voglia di cavalcare le onde del momento. Per questo, forse, da “Cautionary Tales Of Youth” ci si aspettava altro. Più azzardo nelle commistioni? Forse. Non basta intitolare una traccia Dial Two Seven o inserire un campionamento del jazzista Carlo Mombelli (in Say I’m What You Need) o ancora duettare con Msaki per sentirsi a Johannesburg. Negli ultimi anni, la scena afro-house è cresciuta abbastanza da varcare un confine apparentemente lontanissimo, stuzzicando l’attenzione dei ricercatori del genere; la bellezza dell’ignoto, del sorprendente si percepisce davvero poco in “Cautionary Tales Of Youth”.

Si avverte di più l’intenzione di realizzare un buon disco pop, ben scritto e altrettanto ben prodotto ma privo, purtroppo, di episodi che facciano vibrare le corde dell’anima, fosse anche solo per un breve istante. Non è un grosso problema, Låpsley è dotata di un ottimo ingegno che le consentirà di canalizzare il suo talento in qualcosa di più sregolato ma meno insipido. Per ora è un NI.

— 2023 | Believe —

IN BREVE: 2,5/5

Catanese, studi apparentemente molto poco creativi (la Giurisprudenza in realtà dà molto spazio alla fantasia e all'invenzione). Musicopatica per passione, purtroppo non ha ereditato l'eleganza sonora del fratello musicista; in compenso pianifica scelte di vita indossando gli auricolari.