Home RECENSIONI Loma – Don’t Shy Away

Loma – Don’t Shy Away

I Loma si riprendono le scene con il loro secondo album, Don’t Shy Away. La band di Jonathan Meiburg, storico frontman degli Shearwater, torna alla ribalta con un nuovo lavoro, ancora più maturo e dal tiro delicato, e a due anni dall’esordio omonimo uscito sempre sotto l’etichetta Sub Pop il progetto si conferma ancora una volta. All’interno di questo disco troviamo alcune collaborazioni preziose, come Jenn Wasner dei Wye Oak e l’immancabile contributo di Emily Lee e Matt Schuessler, i due turnisti portanti di questo nucleo. La band americana segna uno spaccato definitivo al genere indie rock, lasciando spazio a un’infinità di melodie interessanti.

Con I Fix My Gaze un organo dormiente si avvolge all’incantevole voce, dondolando leggera all’interno di una bolla di ossigeno. A seguire uno dei singoli più importanti, Ocotillo, accompagnato anche da un video che ritrae paesaggi deserti. La direzione è curata da Emily Cross, voce dellaband. Nella parte centrale del brano troviamo una grande sperimentazione, con aggiunta di flauto traverso e sassofono che completano la composizione. Half Silences cambia rotta, con il suo ritmo contagioso che rende omaggio alle qualità vocali della carismatica Elena Tonra dei Daughtert, altra band inglese di notevole interesse.

Dopo le sonorità quasi medievali e neoclassiche di Elliptical Days ci trasciniamo dentro uno spazio temporale con Given A Sign, traccia new wave a tinte dream pop. Sulle take successive troviamo altri esperimenti, a partire da Thorn che mette alla luce uno stile quasi post rock/ambient, continuando con Breaking Waves Like A Stone, una delle composizioni migliori a livello di struttura, su cui sentiamo un limbo ipnotico shoegaze.Su Blue Rainbow, un pianoforte surreale e dissonante apre un percorso nuovo e naturale, incastrando le varie tonalità della voce in qualcosa di misterioso, sembra di udire anche un verso di un gufo sullo sfondo.

Arrivando alla fine troviamo l’intermezzo malinconico di Jenny che si collega alla title track, una stupenda ballata dal tiro etnico e rilassante, con la chitarra acustica che dà un contorno diverso e sognante al brano. Il disco si chiude con Homing, dagli accenni electro-pop che si innalzano nell’aria, rendendo questa suite molto dolce. Un disco ben fatto, con uno studio approfondito e matematico, grazie anche alle tecniche utilizzate in fase di produzione. L’ascolto è godibile su tutta la durata del lavoro, cullando l’ascoltatore in qualcosa di nuovo e alternativo.

(2020, Sub Pop)

01 I Fix My Gaze
02 Ocotillo
03 Half Silences
04 Elliptical Days
05 Given A Sign
06 Thorn
07 Breaking Waves Like A Stone
08 Blue Rainbow
09 Jenny
10 Don’t Shy Away
11 Homing

IN BREVE: 4/5

Musicista versatile da molti anni e bassista in diverse band abruzzesi, appassionato di musica, cinema e tutto quello che è arte.