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Mikal Cronin – MCIII

mciiiUn concentrato di colori Californiani che di più, di questi tempi, non ci si può quasi permettere, e tutti compressati nel quarto e ultimo album del polistrumentista e cantautore americano Mikal Cronin, MCIII, chitarre, falò, ballate, Beach Boys, Eagles, strani in apparenza ottoni, pianoforti e archi, e la memoria frikkettona a siglare un disco straordinario, affamato di freschezza e a digiuno di consuetudini modaiole revivalistiche.

Undici tracce che tra acustico ed elettrico valgono oro per quanto girano, una tracklist che esprime urgenza e melodia, amore e odio per le serialità programmate ed una infinita magia a far sì che tutto scappi a gambe tese dalla malinconia che spesso si acquatta dietro le “suonerie” della Bay Area Americana. L’artista Cronin (da ricordare le sue scorribande soniche con Ty Segall) si slancia in pensieri, ricordi di gioventù, quella sua dolciastra portatura da eterno teenager che lo inquadra da sempre tra la “trastullaggine” innocente e l’intelligente fancazzismo dei ragazzi senza edonismo, insomma una figura artistica che piace, maledettamente piace.

Tra LA/Frisco, Silicon Valley e West Coast, il nostro giostra un disco stupendo, una dinamica cantautorale da grandi numeri, l’aria Beatlesiana in transferta di Made My Mind Up, l’hippies song Feel Like, le frontiere acustiche di I’ve Been Loved e la suite in sei parti che chiude il tutto sono il campionario primario di un lavoro e di un moderno menestrello che illumina una certa nuova “era” outsider a stelle e strisce, che ora come ora è realtà magnificamente inutile e vuota.

(2015, Merge)

01 Turn Around
02 Made My Mind Up
03 Say
04 Feel Like
05 I’ve Been Loved
06 i) Alone
07 ii) Gold
08 iii) Control
09 iv) Ready
10 v) Different
11 vi) Circle

IN BREVE: 4/5

Giornalista e critico musicale da tempo, vivo nella musica per la musica, scrivo di suoni, sogni e segni per impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole ne vuole tirare fuori il ritmo vitale dell’anima.