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One Dimensional Man – A Better Man

L’uomo migliore dei One Dimensional Man muove i passi su un palco noto, quello de Il Teatro degli Orrori: A Better Man, la title track dell’attesissimo nuovo disco della band, crea tensione partendo da un pianoforte drammatico. Capovilla duetta con Katla Hausmann (cantante e corista islandese), fino a che il pezzo, raggiunto il picco, collassa, lasciando l’ascoltatore con un magone dentro. Una formula che ha reso grande il Teatro e che ora i nostri portano con se in questo ritorno. Solo per poco però, solo per un brano perché poi si cambia registro, il torpore lascia spazio all’elettricità. Dunque come sono gli One Dimensional Man dopo anni di assenza? Intanto in bella compagna, visto che per A Better Man, hanno voluto accanto a se’ tantissimi amici a collaborare, Sir Bob Cornelius Rifo (The Bloody Beetroots), Jacopo Battaglia (ZU), Rodrigo D’Erasmo (Afterhours), Enrico Gabrielli (Calibro 35), Gionata Mirai (Il Teatro degli Orrori), Francesco D’Abbraccio (Aucan) e Richard Tiso (già collaboratore de Il Teatro degli Orrori e contrabbassista nei reading di Majakovskji). E poi certamente “migliori”, come sottolinea orgoglioso Capovilla, facendo riferimento al titolo del disco, volutamente didascalico e carico di polemica nei confronti di “detrattori e bloggers”. La band veneta riparte da “A Better Man” superando la loro storia recente e cercando rifugio in una velocità infarcita di elettronica e spirito europeo. Insomma i vecchi Dimensional, minimali, striscianti, lasciano il passo a un nuovo impianto sonoro grandioso. Ma c’è un aspetto, su tutti, che segna questo disco: l’attacco. Questo è un disco d’attacco, la spinta non si esaurisce mai, è costante. Pezzi come Fly, This Crazy, The Win That I DrinkA Measure Of My Breath, sono proiettili scagliati contro avversari da abbattere, siano essi la propria coscienza, o qualsivoglia ostacolo. E non c’è il filtro della letterarietà che faceva de Il Teatro degli Orrori, una pièce aggressiva sì, ma nel contesto di una performance artistica. Qui lo sdegno è diretto, senza filtri, potente. Con Capovilla che riprende in mano il basso e ritorna a essere uno dei miliziani. Combattente e vero.

(2011, La Tempesta)

01 A Better Man
02 Fly
03 A Measure Of My Breath
04 This Crazy
05 This Hungry Beast
06 The Wine That I Drink
07 Ever Smile Again
08 Ever Sad
09 Too Much
10 Face On Breast
11 This Strange Disease

A cura di Riccardo Marra