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Prince – HITnRUN Phase One

hitnrunphaseoneRoger Nelson, ovvero l’artista un tempo conosciuto come “L’artista un tempo conosciuto come Prince”, il simbolo, il genio di Minneapolis, insomma quel prolificissimo chitarrista, multistrumentista, straordinario cantante che un tempo fu il principino del funk moderno, amato dalla critica, adorato dai fan. Quando egli pubblica un album, Zeus grande e magnanimo lancia i dadi per decidere cosa uscirà fuori. Saranno gli occhi di serpente, il doppio uno? Sarà un clamoroso sei-sei?

Quest’ultimo lancio, HITnRUN Phase One, non sembra essere andato benissimo per il nostro folletto. Un party album, dicono da più parti. Uno di quegli album che fa partire la festa e… ti fa annoiare a morte. La vena funk è qui sotterrata da beat dubstep (“energia nuova”, parlando di qualcosa che ormai è vecchia di almeno 5/6 anni, come fanno del resto i vecchi musicisti ogni volta che tentano di ravvivare la propria carriera), dai peggiori sintetizzatori da classifica, utilizzati in larghissima parte come avviene per qualunque canzoncina pop che finisce nel dimenticatoio nel giro di dodici mesi, synth che peraltro sono a loro volta riciclati dalla house italiana di fine anni ’90.

Siamo a eoni di distanza dal pur recente “Musicology”, “Let’s groove, September / Earth, Wind and Fire / Hot pants by James / Sly’s gonna take you higher”, e siamo decisamente vicini ad “artisti” o meglio prodotti come Nelly o Sisqó (quindi prodotti “vecchi”), seppur ci siano frammenti di canzoni che accendono la luce (il break di fiati di Like A Mack, l’assolo di basso di Shut This Down) e le soluzioni melodico/armoniche, inserite in un contesto che con benevolenza si può eufemisticamente definire “poco gradevole”, denotino un’intenzione generale diversa dal mero ingrassamento del conto in banca. Ma è noto e arcinoto che delle migliori intenzioni sia lastricata la strada dell’inferno, e anche qui si lastrica che è un piacere.

Un’intro come quella di Fallinlove2nite più che ricordare un genio o esperimenti musicali (già, perché c’è qualcuno che ha avuto il coraggio di definire “HITnRUN Phase One” sperimentale) ricorda i benemeriti Vengaboys. Di districarsi tra le banalità per ascoltare qualche piccola delizia come gli assoli di chitarra di Hardrocklover, poi, francamente non ne vale neanche la pena, sia per l’irrisoria quantità della qualità, sia perché ci si potrebbe ritrovare nel bel mezzo di quer pasticciaccio brutto de Mr. Nelson, frullato amaro di indietronica, scale orientali lanciate a cazzo nel bel mezzo della canzone, tastierone eurodance e nientepopodimeno che la buonanima del reggaeton, che andava di moda nell’oramai lontano 2004, con capolavori come “Gasolina”. Scaricate Hardrocklover e June e lasciate perdere questo disastro, uscito peraltro in esclusiva su Tidal, il servizio streaming di Jay Z.

(2015, NPG)

01 Million $ Show
02 Shut This Down
03 Ain’t About 2 Stop
04 Like A Mack
05 This Could B Us
06 Fallinlove2nite
07 X’s Face
08 Hardrocklover
09 Mr. Nelson
10 1000 X’s & O’s
11 June

IN BREVE: 1,5/5

Reverendo Dudeista, collezionista ossessivo compulsivo, avvocato fallito, musicista fallito. Ha vissuto cento vite, nessuna delle quali interessante. Scrive per Il Cibicida da un numero imprecisato di anni che sarebbe precisato se solo sapesse contare.