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Salmo – Playlist

Se è già difficile per un artista arrivare al secondo disco in uno stato di forma decoroso, figuriamoci com’è dare vita al quinto, dopo una carriera volutamente impegnativa e in costante ascesa, culminata con un lavoro pressoché perfetto. Sì, perché anche se sono passati solo due anni dalla pubblicazione di “Hellvisback”, già sappiamo che quell’album verrà ricordato come una pietra miliare in Italia per il genere, realizzazione ideale della volontà di essere tra mainstream ed underground (come recitava il pezzo “Mussoleenee”), tra l’attitudine del rap anni ’90, che arrivava dallo stesso calderone controculturale del punk hardcore, e la freschezza delle produzioni moderne.

Salmo si è fin da subito dimostrato un unicum nel panorama rap italiano grazie a scelte mirate e radicali: l’uso peculiare di drum’n’bass e dubstep per catturare l’attenzione su di sé all’epoca di “Death USB”, nessun uso canonico dei media tradizionali per promuoversi o esporsi (tranne i suoi social e due comparsate da “E Poi C’è Cattelan”), nessun compromesso facilotto tipo canzone-col-ritornello-cantato-da-Emma-Marrone, fedeltà alle sue origini quando ha scelto di avere sul palco per i tour degli ultimi anni i vecchi compagni di band To Ed Gain, con i quali ha sempre buttato qua e là nella scaletta dei suoi live qualche cover strumentale dei Rage Against The Machine, che non fa mai male alle nuove generazioni. Tutto ciò, appunto, culminava due anni orsono con un disco suonato, eclettico e deliziosamente violento, senza featuring tranne i due camei prestigiosi di Bloody Beetrots e Travis Barker dei Blink 182.

Nel 2018 è venuto alla luce Playlist (di nuovo per Sony), quinto disco per il rapper di Olbia. Vogliamo dei paragoni forzati ma esplicativi? Se “Hellvisback” era il suo “To Pimp A Butterfly”, “Playlist” allora è “DAMN.”, più essenziale (fin dalla orribile cover), meno ambizioso, meno personale, più vicino ai lavori dei suoi colleghi che escono ogni giorno. E questo non è un bene, non solo perché Salmo non è di certo Kendrick Lamar, ma perché in trentotto minuti ha messo in discussione molte delle certezze sopra elencate, di cui era una garanzia.

C’è Il cielo nella stanza, il compromesso facilotto da dedicare alla fidanzata (almeno non c’è Emma Marrone ma una certa Nstasia nel ritornello strappamutande), c’è anche qui un inevitabile ritornello cantato da Coez in Sparare alla Luna come nel resto dei dischi it-pop (e stavolta ci si strappa qualcos’altro oltre le mutande) e così via fino ai contentini che non impressionano nessuno tranne gli sbarbati, come la strumentale punk Tiè. Ma a Salmo, che se lo può permettere, di essere una garanzia non frega un cazzo, anzi più trolla meglio è, come direbbero i giovani. Se nella ghost track di “Hellvisback”, “Mr. Thunder”, prendeva in giro i trapper con un lapidario “Entro/spacco/esco/ciao”, qui ospita addirittura il principe della trap Sfera Ebbasta che recita la stessa identica frase in un pezzo in cui si insulta la rivista Rolling Stone, di cui è appena uscito il numero di novembre con proprio Salmo in copertina, guarda caso.

Ma all’ascoltatore frega qualcosa delle prese per il culo tra stampa e artisti o gli interessa sono sentire un album decente? Boh. C’è tutto e il contrario di tutto in “Playlist”, in un equilibro precario tra il divertissement ricercato volutamente per spiazzare e una fisiologica mancanza di idee, quella che ti fa ricorrere a trovate che lasciano il tempo che trovano come la creazione del canale Pornhub. È quello che capita quando un artista ci abitua troppo bene: un album che ha pezzi (questi invece ottimi) come 90MIN, PXM e Stai zitto con Fabri Fibra, sarebbe il migliore della carriera di qualsiasi rapper emergente o minore, ma aspettavamo un po’ di più da uno come Salmo, in un anno in cui la concorrenza non è mai stata così feroce e affiatata. Peccato.

(2018, Sony)

01 90MIN
02 Stai zitto (feat. Fabri Fibra)
03 Ricchi e morti
04 Dispovery channel (feat. Nitro)
05 Cabriolet (feat. Sfera Ebbasta)
06 Ho paura di uscire
07 Sparare alla Luna (feat. Coez)
08 PXM
09 Il cielo nella stanza (feat. Nstasia)
10 Tiè
11 Ora che fai?
12 Perdonami
13 Lunedì

IN BREVE: 2,5/5