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Slon – Antenne

Mathematico, elettrico, ridondante quartetto viennese, quello degli Slon è un gruppo che ha imparato a memoria gli stilemi del rock strumentale. Sì, utilizziamola senza paura la parolina “post rock”, tanto ormai non se ne può più fare a meno, ma anche il più cool “math rock” che forse li definisce meglio. Il disco Antenne (un omaggio a “Lift Your Skinny Fists Like Antennas To Heaven” dei Godspeed You! Black Emperor? Naaaa) uscito per l’austriaca Valeot Records (la medesima dei genovesi Port Royal) è scattoso e in certi casi troppo contratto. Un po’ duro come giudizio è vero, ma sarebbe lo stesso nei confronti di una qualsiasi band in cui si intravedessero qualità, sprecate, ahi noi, sotto i colpi di una colata indistinta di partiture di chitarre, batteria e strati sonori. Dunque è questo il peccato originale di questo combo austriaco: i suoni sono calcolati al millimetro, spigolosi, squadrati, ma i sentimenti dove sono? E la passione? La rabbia? La tristezza? Dov’è qualsiasi tipo di impronta emozionale? Forse se ne vede una cifra scarsa nella conclusiva Komsomolzenträne dove, per lo meno, lo stop ‘n’ go è più convincente. Ma per il resto le sette suite sono frammenti di vetro, taglienti sì, ma poca roba. Allora accontentiamoci decisamente dei dettagli: vedi le esplosioni possenti della traccia di apertura Sojus, gli arpeggi subito macchiati dagli schizzi di sangue hardcore di Fragile Leaves, la calma apparente di Belka / Strelka, la circolarità totale di una canzone come Ellahoo, i feedback muscolari della title-track Antenne, il caratteraccio degli accordi di Fichte. Ma, come già ampiamente espresso in precedenza, è un’unica colata di vernice elettrica (come da copertina), monotona, senz’anima. Che è poi la stessa di molte realtà nuove che si cimentano nelle fughe strumentali, nelle spigolature, nella calce del math rock.

Nota: Gli Slon da Vienna sono Andrei Jafarau (chitarra), Bernhard Baumann (chitarra), Alexandr Vatagin (basso ed electronica), David Schweighart (batteria).

(2009, Valeot)

01 Sojus
02 Fragile Leaves
03 Belka / Strelka
04 Ellahoo
05 Antenne
06 Fichte
07 Komsomolzenträne

A cura di Riccardo Marra