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That Fucking Tank – Tanknology

Stavamo per cadere con tutte le scarpe nel tranello teso dai That Fucking Tank. Non siamo degli idioti (…non lo siamo vero?), ma l’equazione “no-voce = post-rock” è fin troppo inflazionata e di facile lettura per non confondere, quantomeno ad un primo ascolto. Perchè Tanknology, secondo capitolo discografico della band di Leeds dopo “Day Of Death By Bono Adrenalin Shock” del 2006, non presenta al suo interno nemmeno un sussurro, neanche la parvenza di una parola pronunciata. E’ allora di post-rock che si tratta? No, affatto, almeno non per come si è abituati ad intendere il genere in questione. Andy Abbott (chitarra baritona) e James Islip (batteria senza tom, come gli sta a cuore specificare) escono dai canoni post, mettono da parte le chitarre acide e le conseguenti lunghe, lunghissime, cavalcate strumentali tipiche di Mogwai e compagnia bella, dando invece spazio ad altri elementi. Innanzitutto la sessione ritmica che sa molto math, batteria onnipresente e vera protagonista di “Tanknology”, forte di un minuzioso lavoro di stop and go, di accelerazioni e decelerazioni che la rendono la vera chiave di lettura dell’album. Vedi un brano come Dave Grolsch, totalmente nelle mani di Islip e dei suoi virtuosismi alle pelli (e non è un caso che il titolo faccia il verso al nome dell’ex drummer dei Nirvana). L’indole dei That Fucking Tank è tutt’altro che post, anzi, è dannatamente rock, lo stesso rock che Abbott e Islip hanno sempre individuato come proprio background. Lo si nota in tracce come Keanu ReefMr Blood che sanno tanto indie, o in Bruce Springstoneheng e che ripete in maniera ossessiva gli accordi di “Dancing In The Dark”, noto pezzo del boss del New Jersey. Omaggio non di poco conto e sintomatico della strada percorsa dai That Fucking Tank. Commenti superflui, infine, sui titoli scelti per i dieci brani che compongono l’album, quelli sì in pieno stile post-rock e decisamente geniali. “Tanknology” non sarà un capolavoro, non aggiungerà chissà cosa alla storia delle band strumentali e neanche a quella delle formazioni rock, suonerà forse a tratti un po’ monotono e ripetitivo, ma piace davvero ed è suonato alla grande. E tanto basta per far meritare ai That Fucking Tank una sufficienza piena.

(2009, Gringo Records)

01 It’s Your Letters
02 Keanu Reef
03 Mr Blood
04 John Faheyshanu
05 Dave Grolsch
06 Nancy Mustaine
07 Evan Dido
08 Bruce Springstonehenge
09 Ludwig II Of Bavaria
10 Stephen Hawkwind

A cura di Emanuele Brunetto