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The Dandy Warhols – Distortland

distortlandC’è da dire che gli americani The Dandy Warhols sono onesti, non cercano più di stupirci con nulla. Dopo ben vent’anni di onorata carriera sul dorso del rock alternativo, ora si rifugiano (del resto, chi glielo fa fare) nel tiepido e rassicurante rock “mischiato”, un buffetto sulle guance di ballate e poco altro, hanno già dato molto e ora si godono il giusto tempo delle buone e belle canzoni e basta, gli stravizi e gli “effetti speciali” li lasciano agli altri.

Non fatevi infinocchiare dal titolo vagamente truculento, Distortland, è solo un innocuo logos che sta per elettricità, sì, ma al risparmio, e appena vi inoltrerete dentro le dieci tracce del disco ascolterete una carrellata di pezzi briosi, energici, ma di quell’energia che si ascolta con lo stato d’animo felice di un dopocena con amici che non si facevano vedere da tempo.

La band dell’Oregon è comunque sempre in forma, Courtney Taylor-Taylor & Co. tingono la tracklist di psichedelia con Semper Fidelis, fanno un bel salto tra i cavalloni spumeggianti e il surf della California dreamin’ in Pope Reverend Jim, ritmi beat per sottolineare All The Girls In London e la curva ombrosa che delinea The Grow Up Song. Ma sono poi i ritornelli canticchiabili e dondolanti di STYGGO a far perdere leggermente la bussola, solo alcuni minuti a cui si fa poco caso, se non – a fine giro – per domandarsi quanto l’onestà della band americana nel non aver prodotto nulla di nuovo sia vera e davanti agli orecchi di tutti.

(2016, Dine Alone)

01 Search Party
02 Semper Fidelis
03 Pope Reverend Jim
04 Catcher In The Rye
05 STYGGO
06 Give
07 You Are Killing Me
08 All The Girls In London
09 Doves
10 The Grow Up Song

IN BREVE: 3/5

Giornalista e critico musicale da tempo, vivo nella musica per la musica, scrivo di suoni, sogni e segni per impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole ne vuole tirare fuori il ritmo vitale dell’anima.