Home RECENSIONI ITALIA The Zen Circus – Il fuoco in una stanza

The Zen Circus – Il fuoco in una stanza

La scena pisana torna a farsi sentire con i capostipiti The Zen Circus che, a distanza di due anni dal precedente “La terza guerra mondiale”, tornano a scuotere timpani e cuori con il rock de Il fuoco in una stanza.

L’album, annunciato quasi subito dopo la fine dell’ultimo tour, si pone come un’ideale continuazione del disco del 2016, tanto a livello tematico quanto musicale. I temi sono quelli cari alla band toscana, che continua a produrre un’esperienza mimetica (nel senso teatrale del termine) nell’animo di chi li ascolta, che sente dar voce alla propria condizione scissa, conflittuale, in un mondo sempre più provincia. Torna la guerra (con se stessi, con i parenti, con la collettività, con il mondo), tornano i social, torna la realtà con cui convivere e il proprio io con cui fare pace.

Il disco è vissuto e intimo. Sembra esser stato lasciato in calce il versante più politico e sociale che gli Zen Circus avevano affrontato con “La terza guerra mondiale”, mettendo piuttosto in luce l’aspetto più personale che trovava spazio nel brano “L’anima non conta” del succitato album. A livello musicale, lo stile è quello proprio dell’ormai quartetto pisano: un rock schietto e di facile ascolto che alterna ballate (come nella title track) al grunge anni ’90 (come, per esempio, Quello che funziona).

Non mancano, però, sperimentazioni volte a non far abituare l’ascoltatore a un suono già noto. Interessante l’aggiunta dell’orchestra in ben cinque tracce su tredici dell’album, che mira a creare un sound diverso e più ispirato: da segnalare, a tal proposito, la nostalgica Il mondo come lo vorrei con il suo bel fraseggio pianoforte-archi, e Questa non è una canzone, traccia posta quasi in chiusura del disco che è la più personale e sentita a livello di scrittura.

Nel complesso, “Il fuoco in una stanza” è un’opera in pieno stile Zen Circus, che verrà amata da chi ha già un rapporto d’amore con la band ma che difficilmente convincerà chi non li apprezzava appieno prima di quest’ultima uscita, sia dal punto di vista dei testi sia da quello musicale.

(2018, Woodworm)

01 Catene
02 La stagione
03 Il mondo come lo vorrei
04 Sono umano
05 Il fuoco in una stanza
06 Low Cost
07 Emily no
08 Rosso o nero
09 Quello che funziona
10 Panico
11 La teoria delle stringhe
12 Questa non è una canzone
13 Caro Luca

IN BREVE: 3/5