Home RECENSIONI Unknown Mortal Orchestra – IC-01 Hanoi

Unknown Mortal Orchestra – IC-01 Hanoi

Se è vero che il leader degli Unknown Mortal Orchestra, il buon Ruban Nielson, è maniacale nella costruzione e arrangiamento di ogni pezzo, è altrettanto vero come non sia nuovo a uscite totalmente atipiche (le jam natalizie catalogate come SB-01, SB-02, eccetera, uscite su Soundcloud ogni anno per cinque anni consecutivi) impostate sulla libertà sonora più che sull’attenzione al dettaglio.

Con questa release halloweniana registrata – com’è facilmente intuibile dal titolo IC-01 Hanoi – ad Hanoi, Vietnam, gli UMO, coadiuvati per l’occasione dal già noto Chris Nielson (padre di Rueben) ai fiati e dal musicista vietnamita Minh Nguyen al sáo trúc, un flauto di bambù tipico della regione.

In questi ventotto minuti della seconda release UMO del 2018 (dopo l’ottimo “Sex & Food” uscito ad Aprile) la band si lancia in un misto del Miles Davis elettrico (viene particolarmente in mente, probabilmente per similarità di struttura, “A Tribute To Jack Johnson”), delle folli avventure del chitarrista giapponese Kawabata Makoto e dei suoi Acid Mothers Temple e infine delle jam band che imperversano nelle città turistiche del sudest asiatico.

Del primo, non ce ne voglia Nielson, manca il livello artistico; del secondo, la furia, confinata negli ‘80 secondi dell’iniziale Hanoi 1; riflette bene invece intenzione e suoni degli ultimi, producendo atmosfere estremamente ipnotiche e lasciando al musicista vietnamita (che si chiama, come ti sbagli, Nguyen, che, come ci ha insegnato Bojack Horseman, è un cognome comune in Vietnam come la somma dei nostri Rossi, Russo, Bianchi ed Esposito) quasi un assolo in Hanoi 3.

Un album a tratti ostico per chi necessita della forma canzone, ma che risulterà estremamente apprezzabile per chi invece non disdegna la libertà di forma.

(2018, Jagjaguwar)

01 Hanoi 1
02 Hanoi 2
03 Hanoi 3
04 Hanoi 4
05 Hanoi 5
06 Hanoi 6
07 Hanoi 7

IN BREVE: 3,5/5

Reverendo Dudeista, collezionista ossessivo compulsivo, avvocato fallito, musicista fallito. Ha vissuto cento vite, nessuna delle quali interessante. Scrive per Il Cibicida da un numero imprecisato di anni che sarebbe precisato se solo sapesse contare.