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Wreckless Eric – AmERICa

americaL’eterno “ragazzo outsider prodigio” del pub rock inglese è tornato con AmERiCa, un disco strabiliante. Zeppo di canzoni, ritmi, melodie, olezzi di birra, sbornie colossali, atmosfere che descrivono meglio di mille parole l’esuberanza pazzoide di Wreckless Eric, l’artista/non artista adorato nella scena rock underground internazionale come un piccolo Dio alternativo, catapultato da sempre nelle dimensioni fumose delle ore piccole delle notti.

Sornione, virale e arguto, l’artista inglese si pone stilisticamente nei meandri ora folk lo-fi, garage, ora indie, un continuo avvicendarsi di estetiche e direttrici di grande splendore “altro”, nelle quali il nostro coabita e stringe momenti di ascolto pulsanti, eccentrici, grezzi e raffinati. Undici tracce che raccontano un viaggio, vero trip reale lungo gli sterrati americani, sotto quelle stelle western e sognanti, lungo quelle visioni cinematiche che non sanno cosa sia la parola fine.

Wreckless Eric scrive e musica questo lavoro in America, da poco diventata la sua seconda terra, e lo fa con una indipendenza tecnica e di arrangiamento accesa da una fiammante espressività, quasi tenera se non fosse per l’età dell’artista, ed il risultato è l’ennesima chicca della sua carriera.

Estrosità glam à la Marc Bolan in Several Shades Of Green, White Bread, Days Of My Life e Boy Band, un Lou Reed in fregola in Transitory Thing, il dinoccolare alieno di Space Age o la stupenda ballata elettrica che disegna in Life Eternal, elevano questo “menestrello contemporaneo”, un jolly che costruisce dischi come fossero libri di vita da sfogliare – appunto – di notte.

(2015, Fire)

01 Several Shades Of Green
02 Sysco Trucks
03 White Bread
04 Transitory Thing
05 Days Of My Life
06 Boy Band
07 Property Shows
08 Up The Fuselage
09 Space Age
10 Life Eternal
11 Have A Great Day

IN BREVE: 3/5

Giornalista e critico musicale da tempo, vivo nella musica per la musica, scrivo di suoni, sogni e segni per impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole ne vuole tirare fuori il ritmo vitale dell’anima.