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ZEUS! – Motomonotono

motomonotonoSe non sapete chi siano gli ZEUS! dovreste fare un ripassino dell’ultimo lustro musicale italiano. E non stiamo parlando di quel cantautorato sciatto che ruba un po’ da Battisti e tantissimo da Rino Gaetano che va tanto di moda. No, qui si parla di ferraglia incandescente, di ricerca costante e di brutalità mai fine a se stessa.

Cogliendo il testimone degli Zu, gli ZEUS! gettano Slayer e grindcore nel tritacarne del math, quello estremo dei Dillinger Escape Plan ma anche dei Don Caballero, sempre con la sacra benedizione dei King Crimson.

Sono in due ma fanno più macello e sono più efferati di una band black metal. Acquisita la giusta maturità compositiva, con Motomonotono Paolo Mongardi alla batteria e Luca Cavina al basso e voce scorticano il rock restituendone la carcassa insanguinata.

I due s’intestardiscono su ritmiche ossessive e riff tentacolari forgiando così brani ripetitivi e marziali, qua e là aggrediti dalla voce ultra-scream di Cavina che sembra provenire da un disco dei Today Is The Day. Le costruzioni sono inafferrabili e rintracciare un tempo facilmente conteggiabile è impresa ardua. Ci sono sprazzi di caos ragionato e convulsioni improvvise (San Leather, All Your Grind Is Love) e una strisciante filigrana di tensione attraversa questi dieci solchi, soprattutto nelle alienazioni interstellari di Panta Reich e Phase Terminale e nel tribalismo quasi à la Tool di Rococock Fight.

Gli ZEUS! ci piombano addosso come un enorme Frankenstein che ci passeggia sul cranio, fanno scempio del cadavere senza il minimo cenno di pietà. Primordiale e belluino, questa è l’Italia che ci piace.

(2015, Tannen)

01 Enemy E Core
02 Colon Hell
03 Forza Bruta Ram Attack
04 San Leather
05 Krakatoa
06 Panta Reich
07 All Your Grind Is Love
08 Rococock Fight
09 Shitfing
10 Phase Terminale

IN BREVE: 4/5