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Andy Shauf – The Neon Skyline

Andy Shauf dal Saskatchewan, Canada, è un figlio di quel cantautorato formatosi sotto l’egida della foglia d’acero e di Elliott Smith. A quest’ultimo tanto deve in termini di scrittura e di scelte di grammatica sonora, non a caso per The Neon Skyline la scelta sulla produzione è ricaduta su quel Rob Schnapf già co-produttore di diversi dischi di Smith. Il canadese, tuttavia, ha anche una personalissima maniera di raccontare in musica spaccati di vita che potrebbero essere usciti da un dipinto di Hopper. Squarci di normalità narrati con vivida sensibilità, era questo il leitmotiv di “The Party”del 2016 – concept album su persone e situazioni tipiche di una festa post-adolescenziale della provincia canadese – così avviene anche in “The Neon Skyline”.

Questa volta la storia sembrerebbe più ravvicinata, come se Shauf la vivesse in prima persona, e anche qui il racconto fotografa, in sequenza, il dipanarsi di una situazione ben determinata temporalmente: una serata di incontro/ritrovo tra amici in questo dive bar, il Neon Skyline appunto, tra sorprese, nostalgia e accettazione del presente.

Rispetto al suo lavoro più recente, il progetto “Foxwarren” (2018) con Dallas Bryson e i Fratelli Kissick, Shauf relega a episodi isolati (Living Room)le lunghe progressioni che flirtano con la psichedelia, per ritornare a un approccio più vicino a quello dei primi dischi (“Darker Days”, 2009 e Waiting For The Sun To Leave”, 2010)che punta a essenziali accordi di chitarra impreziositi dall’elegante incursione di fiati e piano. È così per la title track che con le sue atmosfere à la Father John Misty ci fa accomodare su uno degli accoglienti sgabelli del Neon Skyline; o come in Clove Cigarette dove l’io narrante, nel vedere un’amica fumare una sigaretta aromatizzata ai chiodi di garofano, ripensa a episodi del passato legati alla sua ex-ragazza.

Things I Do, con gli ottoni in bella mostra, si pone in diretto contatto con le trame sonore del suo predecessore, “The Party”,anche per la malinconia che aleggia nel testo, tutto volto a rievocare momenti che hanno sancito la fine della relazione a cui si accennava poco fa. Ancora, se Try Again ha un riff di piano appiccicoso, che si insinua nella memoria dell’ascoltatore confermando l’attitudine di singolo, i brani finali chiudono il cerchio riportando gli arrangiamenti su binari più minimali.

Diciamolo subito: a “The Neon Skyline” manca, in molte situazioni, quel quid sonoro che aveva reso il predecessore un disco sublime. Questo si avverte anche nella volontà di lasciare un attimo in soffitta la vena sperimentale manifestata con i Foxwarren, che sì consente all’ascoltatore di riconoscere la diversità dei registri stilistici, ma non aiuta a uscire dal rischio di stagnazione dei suoni. Resta, tuttavia, la grande capacità di storytelling di Shauf che si conferma un sensibile cantore delle emozioni umane.

(2020, Anti-)

01 Neon Skyline
02 Where Are You Judy
03 Clove Cigarette
04 Thirteen Hours
05 Things I Do
06 Living Room
07 Dust Kids
08 The Moon
09 Try Again
10 Fire Truck
11 Changer

IN BREVE: 3/5

Nasco a S. Giorgio a Cremano (sì, come Troisi) nel 1989. Cresco e vivo da sempre a Napoli, nel suo centro storico denso di Storia e di storie. Prestato alla legge per professione, dedicato al calcio e alla musica per passione e ossessione.