Home RECENSIONI Noveller – A Pink Sunset For No One

Noveller – A Pink Sunset For No One

Sarah Lipstate, dopo aver imparato a suonare la chitarra, avrebbe potuto scegliere un percorso “ordinario”, scrivere qualche bel testo, mettere su un paio di soffici arpeggi e lanciarsi nell’abusato solco di quel neo-folk che a volte sa regalare soddisfazioni. Invece l’americana ha voluto osare, cucendosi addosso il moniker Noveller e iniziando una carriera solitaria persa in lande ambient in cui ha esplorato ogni possibile sfumatura del proprio strumento.

A Pink Sunset For No One è l’ultimo capitolo di una discografia immaginifica che gioca di contrasti come poche altre: puntate acustiche, brevi ma ficcanti distorsioni, minimalismo estetico ma anche barocchismi con strati di strumentazione diversa, droni e poi scurissimo folk rock. Il tutto sempre teso alla ricerca di una dimensione da accompagnamento per immagini, magari di un documentario sul nucleare (chi ha detto Mogwai?) o sulla Guerra Fredda, viste le lame di ghiaccio che squarciano le trame dell’album. Come di consueto non c’è una sola parola, i suoni s’arrovellano su se stessi senza che niente e nessuno provi a districarli, creando una sorta di lungo e ingarbugliato gomitolo in cui a emergere è sempre l’uso della chitarra.

Il problema del disco (e in generale dell’intero percorso della Lipstate) è che, nonostante sia piuttosto breve (nove tracce per neanche quaranta minuti di durata) e indubbiamente ben realizzato, imbambola l’ascoltatore in uno stato di trance sempre a cavallo tra il sonno e la veglia, che ruba attenzione e che alla lunga finisce purtroppo per stancare.

(2017, Fire)

01 Deep Shelter
02 Rituals
03 A Pink Sunset For No One
04 Lone Victory Tonight
05 Trails And Trials
06 Another Dark Hour
07 Corridors
08 The Unveiling
09 Emergence

IN BREVE: 2,5/5