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…And You Will Know Us By The Trail Of Dead: 20 anni di Madonna e un nuovo album in arrivo

Nel 2018 i texani …And You Will Know Us By The Trail Of Dead hanno festeggiato il ventennale del loro omonimo debutto discografico. Quest’anno, invece, tocca a Madonna ricevere gli auguri per i due decenni di vita: il loro disco del 1999, così, ha ottenuto in dono un tour celebrativo nel quale verrà riproposto integralmente, un tour che passerà anche dall’Italia per un unico e imperdibile appuntamento. Di questo e di tanto altro abbiamo discusso direttamente con Conrad Keely, frontman e fondatore della band che col suo consueto istrionismo ha risposto alle nostre domande proprio in vista della data nel nostro Paese.

Dopo tanta assenza dall’Italia, ultimamente ci state frequentando parecchio per i vostri tour commemorativi: prima due concerti per celebrare “Source Tags & Codes”, ora il tour per il ventennale di “Madonna”. Domanda banale ma inevitabile: a distanza di così tanti anni, com’è suonare il disco per intero?
Suonare l’album per intero ci restituisce una bellissima percezione. È come se tornassimo esattamente al tempo in cui lo abbiamo registrato, ci ricorda la nostra follia di quel tempo quando sputavamo sangue e bevevamo dalle gole di molti agnellini…

Sono fortemente convinto che i ragazzi siano in grado di comprendere il contesto in cui vivono molto meglio di quanto non possano fare gli adulti a cui si affidano.

All’epoca di “Madonna” hanno spesso paragonato il vostro stile a quello dei Sonic Youth. Negli anni com’è cambiata la vostra percezione rispetto ai suoni, alla composizione, ai testi e rispetto al pubblico?
La maturità ha elaborato la nostra percezione sui processi di composizione, ma non l’ha cambiata. In questi anni abbiamo semplicemente aggiunto dei livelli a una rete di idee e intuizioni che continuavano a intrecciarsi, fino a formare un arazzo di dialoghi sonori e di rumori levigati, depurando tutto dallo strabismo ottuso che purtroppo caratterizza l’opinione comune.

Una delle canzoni simbolo di “Madonna” è sicuramente “A Perfect Teenhod”, con la quale spesso concludete in modo devastante i vostri live. Gli strumenti andavano in pezzi dopo questo brano…
“A Perfect Teenhod” è un pezzo che parla dell’omicidio di alcune persone che odiavo al tempo. La maggior parte di loro è rimasta vittima della propria indulgenza…

Una cosa sconvolgente dei vostri concerti è che tutti suonano tutto, c’è una perfetta alternanza nel suonare i vari strumenti, un qualcosa che si vede raramente. C’è un motivo ben preciso per il quale impostate i live in questo modo?
Abbiamo trascorso la nostra influenzabile adolescenza nel Nord-Ovest del Pacifico, dove molte band come Beat Happening e Bikini Kill avevano un atteggiamento sfacciato e laconico nei confronti dei ruoli musicali fissi nelle band. Capitava spesso che le loro posizioni ruotassero, suonando ciascuno tutti gli strumenti, così come a turno ognuno poteva essere un frontman: questo succedeva semplicemente perché nessuno aveva detto loro che non potevano farlo. Era punk. A quel punto, anche noi abbiamo adottato questo genere di attitudine e ne abbiamo fatto la nostra filosofia.

Dopo parecchi cambi nel corso del tempo, la vostra line-up si è stabilizzata dal 2011 con gli innesti di Autry Fulbright e Jamie Miller. Com’è “condividere” Jamie con i Bad Religion, qualche difficoltà?
La porta di accesso ai Trail Of Dead è rotante, si esce e si entra ma lei continua a girare sul suo asse!

A partire da “Worlds Apart” avete spesso reso le vostre linee melodiche più gentili. Hai mai pensato di introdurre momenti più “intimi”, acustici magari, durante un vostro classico live?
Ci capita occasionalmente di suonare dei set acustici, lo vedrete voi stessi abbastanza presto, magari proprio durante la nostra data di Bologna!

Questi sono gli anni della musica liquida, delle notizie lette sui social network, dei tempi di ascolto e lettura totalmente dimezzati rispetto al passato. Com’è oggi la sfida di scrivere un album da far ascoltare per intero senza skip, dall’inizio alla fine?
In un periodo storico come questo, in cui l’attenzione è così disarticolata, comporre un album rappresenta per noi una sfida ancora più significativa e complessa rispetto al passato. Ma sono fortemente convinto che i ragazzi siano in grado di comprendere il contesto in cui vivono molto meglio di quanto non possano fare gli adulti a cui si affidano.

A tal proposito, a che punto siete con il vostro decimo album?
Il nuovo album è praticamente completo, uscirà entro quest’estate e vi possiamo anticipare che sarà autenticamente opulento.

Torniamo al tour: nel concerto celebrativo di “Madonna” a Bologna ci sarà spazio per altre canzoni presenti in altri dischi?
Certo che ci sarà spazio per altre canzoni. Mentre Tito geme la luce del sole rivela più bugie che verità e più burroni che colline, noi continuiamo a camminare sui parapetti e a bere acqua fresca dai pozzi, a ripulire dal sangue i nostri omicidi appena compiuti, a bere birra pur ingurgitando pillole, afferimamo che sì: ci sarà spazio per altre canzoni.

Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.