Home RECENSIONI A Perfect Circle – Thirteenth Step

A Perfect Circle – Thirteenth Step

Il secondo volume del miglior side-project degli ultimi anni viene dato alle stampe nel 2003, anno di pubblicazione di Thirteenth Step. A tre anni di distanza dall’altisonante esordio di Mer De Noms, la creatura di Howerdel torna in scena con un lavoro (incredibile a credersi) ancora più completo e ammaliante del precedente. Dodici i brani che compongono l’album (forse in attesa di quel “tredicesimo passo” decantato dal titolo), dodici perle che riescono nella quadratura di un cerchio già perfetto per definizione. La pulizia del suono, la tecnica strumentale superbamente precisa, la voce flebile e angosciosa di Keenan, fanno di Thirteenth Step un lavoro estremamente ricercato, il risultato naturale di quella palestra di stile che sono gli APC. L’apertura è affidata agli oltre sette minuti di The Package, ottima sintesi di quello che è capace di trasmettere l’intero lavoro, con il crescendo timbrico della voce di Keenan e le poderose trame sonore architettate da Howerdel. E’ palese in brani come Weak And PowerlessThe Noose l’intenzione di Keenan di farsi notare per le sue qualità di vocalist anche al di la delle tonalità infernali raggiunte coi Tool, la modulazione della sua voce è bassa, intensa ma mai esasperata, rabbiosa a volte ma mai inquietante; Blue è probabilmente il brano più “facile” dell’album, grazie alla sua melodia stranamente lineare e al ritornello facilmente assimilabile. Gli arpeggi barocchi di Vanishing precedono A Stranger, una ballata classica che sinceramente non ci si sarebbe mai aspettati presente nelle corde di Howerdel. The Outsider è uno dei brani migliori dell’album, potente e marcato come pochi altri, unico pezzo in cui la voce di Maynard Keenan eguaglia le sue prestazioni coi Tool; è in brani come Crimes che si coglie la vena prettamente sperimentale del progetto APC, puro esercizio stilistico che risulterebbe quasi superfluo se non fosse circondato da quel gran numero di capolavori che gli stanno intorno. In The Nurse Who Loved MeLullaby la voce di Keenan viene accompagnata da quella altrettanto suadente della cantautrice Jarboe, per due brani lenti ma intensi al punto giusto. I due pezzi appena citati sono intervallati da quello che è a mio avviso il brano migliore dell’album: Pet, in cui tutte le componenti sono esaltate all’ennesima potenza, dalla voce alle percussioni passando per i superbi riff di chitarra. A chiusura troviamo Gravity, una nenia che ci lascia in sospeso in attesa del “tredicesimo passo”. Complessivamente Thirteenth Step è uno stupendo episodio, e conferma gli A Perfect Circle come una delle realtà più interessanti dell’alternative mondiale, una oasi nell’immenso deserto artistico in cui è immerso attualmente il rock.

(2003, Virgin)

01 The package
02 Weak and powerless
03 The noose
04 Blue
05 Vanishing
06 A stranger
07 The outsider
08 Crimes
09 The nurse who loved me
10 Pet
11 Lullaby
12 Gravity

A cura di Emanuele Brunetto