Home RECENSIONI ITALIA Any Other – stillness, stop: you have a right to remember

Any Other – stillness, stop: you have a right to remember

In mezzo agli abissi infiniti delle teorie sviluppate da Sigmund Freud, esiste un concetto estremamente affascinante chiamato “coazione a ripetere” in cui ciò che non è stato elaborato si trasformerà in comportamento recidivo finché la mente non sarà riuscita a individuarlo, riconoscerlo e, infine, accoglierlo. Di questo sembra voler parlare stillness, stop: you have a right to remember, terzo album di Any Other, il progetto quasi decennale di Adele Altro.

Arrivato a ben sei anni di distanza da “Two, Geography” (2018), ma inframezzato da “Tentativo”, primo album a firma Adele Altro e strumentale alla OST del podcast Limoni sul G8 di Genova, “stillness, stop: you have a right to remember” è un disco del tutto diverso da tutto ciò che l’arte di Any Other è stata in precedenza. Otto brani limpidi costruiti su un’ottima struttura strumentale, interamente curata da Adele (piano, sax, chitarre), e supportata da Marco Giudici, presente anche in fase di co-produzione e arrangiamento. “stillness, stop: you have a right to remember” rappresenta una cesura catastrofica con il passato, distinguibile immediatamente dall’indole provocatoria della title track, con un piano sincopato adatto a raccontare come l’ironia riesca spesso ad essere un’ottima strategia di coping degli stati dolorosi.

Awful Thread, è l’unica traccia realmente densa di atmosfere amare in cui il mantra “You had no respect or remorse, For the luck you were given”, recitato in loop, segna il distacco dalla coazione a ripetere le dinamiche tossiche: la cura che accade, davvero. Ci sono cambi di umore repentini, a distanza di pochi secondi, come il passaggio dalla ruvidità If I Don’t Care alla polifonia stratificata di Second Thought, bellissimo circuito di otto minuscolissimi rintocchi che si gonfiano lentamente, tra cui è possibile scorgere frammenti vocali di Colapesce.

Extra Episode ma soprattutto Indistinct Chatter chiudono il sipario in maniera quasi cabarettistica, come in “Blue Jasmine” di Woody Allen quando una splendida Cate Blanchett ti ricorda che “c’è un limite ai traumi che una persona può sopportare prima di mettersi ad urlare in mezzo alla strada”. “stillness, stop: you have a right to remember” è un lavoro adulto ma non in termini anagrafici. È qualcosa in cui tutto è ben amalgamato: ironia, auto affermazione, estetica dell’assurdo, psicoterapia. Si resta fermi, un po’ confusi ma sorridenti nel ricordarsi ancora una volta come Any Other riesca ad essere interessante e sempre credibile.

2024 | 42 Records

IN BREVE: 3,5/5

Catanese, studi apparentemente molto poco creativi (la Giurisprudenza in realtà dà molto spazio alla fantasia e all'invenzione). Musicopatica per passione, purtroppo non ha ereditato l'eleganza sonora del fratello musicista; in compenso pianifica scelte di vita indossando gli auricolari.