Home RECENSIONI Basia Bulat – Good Advice

Basia Bulat – Good Advice

goodadviceLa canadese Basia Bulat s’era fatta conoscere come una folksinger moderna e coraggiosa, con poche remore nell’utilizzo di strumentazione atipica (vedi l’autoharp) e tanto gusto nell’accostamento di atmosfere classiche a melodie dalla forte presa. Con questo Good Advice, suo quarto lavoro sulla lunga distanza, Basia dimostra di avere molto più del coraggio attribuitole, smontando il proprio stile e ricostruendolo con l’aggiunta di nuovi elementi.

Complice la produzione affidata a Jim James (My Morning Jacket), il deciso passo compiuto dalla Bulat è verso una dimensione pop che in certi passaggi sembra davvero calzarle a pennello, mentre altrove pare decisamente più forzata. Se l’iniziale La La Lie, Long Goodbye, Time o In The Name Of riprendono con piglio personale le atmosfere soul-oriented della Joan As Police Woman meno elettronica, è proprio quando l’elettronica si presenta che il risultato non convince: Let Me In, ad esempio, ha degli inserti appena accennati che però stonano, alla ricerca di un’impronta commerciale che invece viene fuori senza faticare troppo nei singoli Infamous e Fool, scelte azzeccate che mettono insieme il meglio della nuova e vecchia Basia Bulat.

“Good Advice” è orfano dell’intimismo del precedente “Tall Tall Shadow” (2013), ed è questa la pecca maggiore del disco, anche se la title track, Someday Soon e soprattutto The Garden riportano alla luce un po’ di vena folk. Il lavoro ai synth, l’organo e una voce che disconosce la timidezza del passato (in pendant con l’artwork sgargiante), rendono questo un album ambizioso che avrebbe necessitato, però, di maggior cura del dettaglio nell’evoluzione stilistica della sua autrice.

(2016, Secret City)

01 La La Lie
02 Long Goodbye
03 Let Me In
04 In The Name Of
05 Time
06 Good Advice
07 Infamous
08 Fool
09 The Garden
10 Someday Soon

IN BREVE: 3/5