Australiana dalle chiarissime origini italiane, ma di base a Berlino, Carla dal Forno arriva all’esordio da solista dopo una lunga serie di esperienze collettive. Lo fa con un disco, You Know What It’s Like, che in neanche mezz’ora di durata dipinge un quadro piuttosto chiaro di quelle che sono le propensioni della sua autrice.
Quello della dal Forno è un immaginario pop elettronico che parte dalle melodie per poi condirle con le più scure diavolerie digitali e ambientali, perso senza possibilità di redenzione in una terra di mezzo fra la modernità di certi suoni (DB Rip) e il classicismo di rituali arcaici (Dry In The Rain). Lo spirito che aleggia inquietante sul disco è quello di una darkwave che non accelera mai i ritmi, spingendosi piuttosto su crinali bassi e psych ai limiti dell’ossessività (Dragon Breath).
La voce di Carla, saltuariamente presente e in ogni caso mai in primo piano, funge da didascalia ai passaggi più espressivi dell’album, mai troppo pulita e a dire il vero neanche particolarmente intonata, un po’ come una Nico 2.0 con tutti i distinguo storici del caso, a tratti nenia funerea, a tratti invocazione pagana (Fast Moving Cars, What You Gonna Do Now?, la title track, la conclusiva The Same Reply).
La vena decadente messa in mostra dalla dal Forno nelle otto tracce del disco, il suo forte gusto gotico e cinematico (Italian Cinema) che rimanda a scenari di genere, fanno di “You Know What It’s Like” un riuscitissimo debutto che pare avere già al suo interno tutti gli elementi necessari: il loro approfondimento potrebbe riservare in futuro risvolti interessantissimi.
(2016, Blackest Ever Black)
01 Italian Cinema
02 Fast Moving Cars
03 DB Rip
04 What You Gonna Do Now?
05 Dry In The Rain
06 You Know What It’s Like
07 Dragon Breath
08 The Same Reply
IN BREVE: 3,5/5