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Coldplay – Kaleidoscope EP

Parlare di declino in relazione ai Coldplay potrebbe sembrare stupido, ce ne rendiamo conto, specie in questi giorni che hanno ancora freschissimo il ricordo dei due strabilianti sold out milanesi di San Siro. Vendono, i Coldplay, vendono dischi e tagliandi per i loro concerti come quasi nessun altro al mondo. Tutto il contrario di un declino, se la si vede da questo punto di vista.

Quello che però non tutti – quantomeno non le frotte di fan – vedono è il vuoto cosmico compositivo in cui ormai è immerso fino al collo il quartetto, che non partorisce un album davvero interessante da “X&Y” (2005) e che a voler esser buoni da “Mylo Xyloto” (2011) ha completamente perso la bussola, salvo qualche sporadico episodio come quel paio di passaggi positivi di “Ghost Stories” (2014). Kaleidoscope, così, non poteva per sua struttura e natura capovolgere le sorti recenti dei Coldplay, sarebbe servito ben più di un EP per far cambiare opinione su ciò che sono diventati.

L’EP s’incanala com’era prevedibile nel variopinto e plasticoso solco tracciato dall’ultimo “A Head Full Of Dreams” (2015) e non soltanto per l’evidente veste grafica. Ha come pezzo forte, infatti, una versione live di Something Just Like This, la strabordante hit EDM partorita in collaborazione coi The Chainsmokers, realtà cui ormai tutti in quel mondo lì guardano con interesse misto a ‘spetta-che-ti-rubo-stile-e-portafogli.

Per il resto c’è Miracles (Someone Special) che è il calcolato pedaggio dei Coldplay sulla via dell’r’n’b più modaiolo, con tanto di featuring di un impalpabile Big Sean e chitarra à la Nile Rodgers (uno dei suoni più abusati degli ultimi anni, più o meno da quando è tornato in auge con la “Get Lucky” dei Daft Punk), nonché due esche gettate al pubblico più incline alle sperimentazioni: All I Can Think About Is You col suo cuore radioheadizzato e A L I E N S, che vede alla produzione niente poco di meno che Brian Eno e infatti finge di essere quasi una jam sintetica capitata per caso.

La conclusiva ballata Hypnotised, fatta di piano, voce e qualche inserto elettronico, è il momento migliore dell’EP perché fa tornare prepotentemente quegli elementi che i Coldplay hanno inspiegabilmente tagliato da un bel po’ di anni e che per quanto ci riguarda sono sempre stati la loro vera cifra stilistica (oltre che ciò che di loro preferiamo).

Insomma, i Coldplay si celano nuovamente dietro la varietà di spunti e dietro un cromatismo esasperato per cercare di acchiappare ancora qualche adepto in giro per il globo e accontentare più palati possibili, risultando sempre più trasversali. Qualcuno gli faccia sapere, però, che se s’allargano ancora un po’ dopo gli stadi gli resterà da conquistare solo la Piazza Rossa di Mosca.

(2017, Parlophone)

01 All I Can Think About Is You
02 Miracles (Someone Special) (feat. Big Sean)
03 A L I E N S
04 Something Just Like This – Tokyo Remix (feat. The Chainsmokers)
05 Hypnotised – EP Mix

IN BREVE: 2/5