Home RECENSIONI Darkside – Psychic

Darkside – Psychic

psychicDa qualche anno a questa parte New York ha eletto a nuovo guru della propria anima elettronica il giovane Nicolas Jaar. New York non sbaglia quasi mai, ha l’occhio lungo di chi ne ha viste e sentite tante, la consapevolezza di chi sa di poter dettare tendenza senza doversi preoccupare del pensiero altrui. New York ha anche aperto a Jaar le porte del simbolo della propria modernità, il MoMA. E Jaar questa fiducia la sta ripagando a dovere: col suo solistico “Space Is Only Noise” prima, col progetto Darkside adesso, in compagnia dell’amico Dave Harrington alla chitarra.

L’elettronica spaziale di casa Jaar, fredda e aliena, nei Darkside si umanizza con la riproduzione sintetica di atmosfere ambientali terrestri, chitarre blues/funky e qualche rara parola proferita più per dare un segno di vita che per reale necessità espressiva. E’ un’astronave che rientra a casa questo Psychic (esordio del duo dopo l’omonimo EP del 2011), è un lunghissimo come back che inizia con la messa a punto della strumentazione di bordo nei primi cinque minuti della lunghissima traccia d’apertura, Golden Arrow. E che finisce solo tre quarti d’ora dopo con Metatron, soporifera ballata elettronica che accompagna al meritato riposo.

Nel mezzo, il corridoio strumentale di Sitra, passaggio obbligato verso il prosieguo del disco: Heart e Paper Trails sono loop ossessivi che si adagiano docilmente sulla chitarra psych-blues di Harrington. C’è la dance meccanica di The Only Shrine I’ve Seen, che solo a tratti ripercorre le autostrade deep house del Jaar solista. C’è la claustrofobia industriale di Freak, Go Home, un profondissimo e oscuro abisso di rumori e manopole violentate. E poi la più pop (e blakeiana, aggiungiamo) Greek Light, che prende l’uomo e lo rimette al centro della narrazione prima del già citato finale.

E’ una lunga jam session cosmica “Psychic”, è un susseguirsi di spunti, richiami e rimandi attraverso innumerevoli generi. E’ pulsante di quel cuore artificiale che solo una metropoli come New York può possedere e trasmettere ai propri figli. E’ un ibrido efficacemente riuscito fra il passato e il futuro. E’, semplicemente, uno dei migliori esordi degli ultimi anni.

(2013, Other People / Matador)

01 Golden Arrow
02 Sitra
03 Heart
04 Paper Trails
05 The Only Shrine I’ve Seen
06 Freak, Go Home
07 Greek Light
08 Metatron