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Dirty Projectors – Lamp Lit Prose

A dispetto di quello che si possa pensare, non esistono periodi diversi dei Dirty Projectors. Esistono invece intervalli differenti che Dave Longstreth affronta utilizzando sempre le stesse tecniche: lui al centro e tutto il resto a ruotargli intorno.

Lo spartiacque tra una brillante carriera nell’indie rock e l’era del pop bohemien si consumò nel 2012 con “Swing Low Magellan”. L’omonimo “Dirty Projectors” dello scorso anno, nonostante costituisse un improbabile cambiamento di stile, fu la riaffermazione di una certezza che aveva iniziato pericolosamente a scricchiolare, dopo la fine della relazione con Amber Coffman e l’exodus di tutti i componenti della band. Un mondo abbastanza lontano dall’indie rock sperimentale che aveva definito sia lui che Dirty Projectors negli ultimi dieci anni, ma, di contro, un suono più in linea con la sua vita parallela di scrittore, produttore e compositore per Rihanna, Paul McCartney, Solange, Joanna Newsom e Kanye West.

Con Lamp Lit Prose i Dirty Projectors offrono al pubblico una collezione di tracce più convenzionali del precedente omonimo del 2017. “Lamp It Prose” diffonde un’invidiabile freschezza sonora per questi tempi ansiogeni e martoriati; forse anche un po’ per questo risulta a momenti fastidioso ma, a onor del vero, è un disco ben fatto, imperniato di un pop, soul, r’n’b esperto e competente.

La presenza di Longstreth è autorevole, sia nei suoni che nei testi, impossibile da offuscare anche durante quattro dei cinque camei presenti nell’album: con Haim (That’s A Lifestyle), con l’ex polistrumentista dei Vampire Weekend Rostam Batmanglij e Robin Pecknold dei Fleet Foxes (You’re The One), con Syd (Right Now) e infine Amber Mark, cantante e produttore che Longstreth ha ascoltato per la prima volta alla stazione radio KCRW di Los Angeles (I Feel Energy).

Il sapore di qualche nota stridente nello stesso gancio che innesta I Found It e Blue Bird e nell’affinità evidente tra I Feel Energy e la “Don’t Stop Til You Get Enough” jacksoniana viene cancellato dalla splendida closening track (I Wanna) Feel It All, ultimo featuring tra la band e Katy Davidson dei Dear Nora, perla fantasy noir con venature leggermente jazzate.

Probabilmente, l’unica critica che gli si può muovere è un lato A troppo simile a se stesso e un lato B a tratti mutuato dal passato della band. Ma la caparbietà di Longhstreth, unico, vero capobranco ha permesso ai Dirty Projectors di risultare anche stavolta sfuggenti e imprevedibili.

(2018, Domino)

01 Right Now (feat. Syd)
02 Break-Thru
03 That’s A Lifestyle
04 I Feel Energy (feat. Amber Mark)
05 Zombie Conqueror (feat. Empress Of)
06 Blue Bird
07 I Found It In U
08 What Is The Time
09 You’re The One (feat. Robin Pecknold & Rostam)
10 (I Wanna) Feel It All (feat. Dear Nora)

IN BREVE: 3/5

Catanese, studi apparentemente molto poco creativi (la Giurisprudenza in realtà dà molto spazio alla fantasia e all'invenzione). Musicopatica per passione, purtroppo non ha ereditato l'eleganza sonora del fratello musicista; in compenso pianifica scelte di vita indossando gli auricolari.