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DMA’s – How Many Dreams?

No, i DMA’s non l’hanno fatto di nuovo. Dopo tre album dall’altissimo livello medio sembrano essersi adagiati sugli allori. Già, perché ascoltando How Many Dreams? scatta impietoso il paragone con i godibilissimi lavori precedenti: e dire che l’inizio dell’album, senza far gridare al miracolo, si difende bene con la title track e Olympia che si fanno apprezzare. Poi però il nulla o quasi: non cambia il canovaccio rispetto ai dischi precedenti, ma lo fanno le idee (o meglio: le melodie), stavolta davvero poca roba. I DMA’s in UK si sono costruiti una notevole fanbase adolescenziale e stavolta sembrano essersi impigriti, strizzando entrambi gli occhi ad un certo target, producendo brani noiosi ma soprattutto brutti (Forever e Something We Are Overcoming su tutti). Va un po’ meglio con Get Ravey, ma il disastro è certificato dalla finale De Carle: se in “The Glow” avevamo il pop elettronico imponente e avvolgente di “Cobracaine”, qui abbiamo solo un mediocre pastrocchio di synth. Un brutto scivolone per una delle pop rock band più promettenti degli ultimi anni.

— 2023 | I Oh You —

IN BREVE: 2/5

Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.