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Drake – More Life

More Life, per decisione di Drake, non viene enumerato nella sua discografia come studio album, bensì come playlist. Una collezione di brani, con diverse partecipazioni, in cui non necessariamente deve figurare lo stesso Drake, con lo scopo piuttosto di delineare un sentimento o un’attitudine.

Il privilegio di partecipare con un brano esclusivo viene concesso a Skepta e Sampha, quest’ultimo con la soulful 4422. La terza collaborazione tra Sampha e Drake vede il viaggio documentato in “Process”, da Morden (Country Code 44) fino alla Sierra leone (Country Code 232), paese di cui è originario. Questi due artisti sono solo un esempio della grande influenza britannica di Drake riflessa nel lavoro. Oltre a Skepta troviamo un altro rapper grime, Giggs, in No Long Talk e KMT, a segnare la definitiva apertura al rap targato UK. KMT è il brano protagonista della diatriba con “Look At Me”, per cui sembra legittimo quanto avanzato da XXXTENTACION sulla non originalità del beat. Ma abbiamo anche Gyalchester, termine slang dei giamaicani trapiantati in Inghilterra che indica le ragazze di Manchester (Gyal = Girl). E, primo fra tutti, il titolo stesso “More Life”, anch’esso intercalare giamaicano, sinonimo di buon augurio.

Drake aveva molto da dimostrare dopo le critiche ricevute per “View”, oltre che dalla stampa anche dai fan “since day one”, fra i quali è cominciato a montare un sentimento quasi di abbandono alla vista di un cambiamento, mano a mano che la sua popolarità aumentava. Così in Do Not Disturb Drake cerca in qualche modo di scusarsi: “I was angry, yute, when I was writing Views / Saw a side of myself that I just never knew”.

Se in “View” “Controlla” e “One Dance” erano un grande cambio di tendenza, qua troviamo una sequenza che parte da Passionfruit e arriva a Blem, inclusa anche Fake Love, con ben cinque brani che vivono della stessa influenza dancehall caraibica. Una contaminazione positiva, ma che pare un po’ abusata in un “album” in cui al termine ci si renderà conto essere trascorsi 80 minuti.

I sample sono una parte imponente di “More Life”: nell’opener Free Smoke troviamo Nai Palm, la voce degli Hiatus Kaiyote; a seguire, tra le altre, Teenage Fever con la base della “If You Had My Love” di J-Lo. Ritorna invece il “vecchio” Kanye West di “Graduation”, che mancava un po’ a tutti: in Glow imprime il suo marchio di fabbrica, con un sample degli Earth, Wind & Fire.

Ogni mossa di Drake diventa una tendenza, dal rap UK che avrà d’ora in poi molta più visibilità alle influenze caraibiche, fino a questa strana denominazione di playlist data a “More Life”. 80 minuti sono un grande lasso di tempo e ci si rende conto che in alcuni casi qualcosa poteva essere evitata in tracce ripetitive o che non aggiungono niente alla carriera del rapper.

Drake con “More Life” ha voluto soddisfare il suo ego con un prodotto commercialmente di successo, creando materiale ottimo per i suoi nuovi fan più pop piuttosto che un prodotto di qualità, come siamo stati abituati fino a “If You’re Reading This It’s Too Late” del 2015, momento in cui è iniziata la discesa del rapper.

(2017, Young Money / Cash Money / Republic) 

01 Free Smoke
02 No Long Talk (feat. Giggs)
03 Passionfruit
04 Jorja Interlude
05 Get It Together (feat. Black Coffee & Jorja Smith)
06 Madiba Riddim
07 Blem
08 4422 (feat. Sampha)
09 Gyalchester
10 Skepta Interlude
11 Portland (feat. Quavo & Travis Scott)
12 Sacrifices (feat. 2 Chainz & Young Thug)
13 Nothings Into Somethings
14 Teenage Fever
15 KMT (feat. Giggs)
16 Lose You
17 Can’t Have Everything
18 Glow (feat. Kanye West)
19 Since Way Back (feat. PARTYNEXTDOOR)
20 Fake Love
21 Ice Melts (feat. Young Thug)
22 Do Not Disturb

IN BREVE: 3/5

Consulente ed ingegnere, ma prima ancora “music addicted”. Da sempre con sottofondo musicale a far da colonna sonora della mia vita.